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Sì dall’Ars alla “legge Fava”. I deputati dovranno dichiarare l’appartenenza alla massoneria. Dubbi di incostituzionalità

venerdì 5 Ottobre 2018

“Non ci sono stati imbarazzi e pressioni. Una legge così delicata è stata votata in meno di 24 ore. Ringrazio tutti voi e ringrazio i miei uffici”. In realtà è stata molto meno di una passeggiata di salute di quanto non sia contenuto nelle dichiarazioni dopo il voto del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che ha così commentato l’esito: “Avrei preferito una legge diversa, ho una relazione degli uffici che evidenziava alcuni problemi di tipo costituzionale che ho fatto presente, ma l’Aula si determina. Una legge che è più importante di quanto non si creda”.

La proposta fortemente voluta dal presidente della commissione antimafia regionale Claudio Fava ha fatto discutere e non solo negli ultimi due giorni. L’obbligo di dichiarazione alla massoneria e “associazioni similari” per i deputati regionali viene inoltre esteso al presidente della Regione, agli assessori, ai sindaci  e ai consiglieri comunali e di circoscrizione, per effetto di un emendamento presentato dai 5stelle. 39 i voti favorevoli e 2 i contrari.

Nel corso del dibattito non sono mancati gli spunti di confronto. Il capogruppo di Diventerà bellissima Alessandro Aricò annuncia voto favorevole alla legge proposta da Claudio Fava e ha aggiunto: “Abbiamo perso un’occasione per dare maggiore trasparenza. La norma andava estesa anche ai dirigenti. Il regolamento etico dei dipendenti regionali prevede questo tipo di dichiarazione, potevamo farlo anche per i lavoratori dell’Ars. Che rimanga agli atti che abbiamo voluto escludere alcune categorie, oltre che la retroattività dell’appartenenza”.

Così si è espresso per i 5stelle Giancarlo Cancelleri: “mi sarei aspettato che ci fossimo occupati di questa questione in un minuto e siamo invece chiusi a discutere da due giorni. Questa legge non risolve neanche uno dei problemi della Sicilia. Dalle commissioni non escono leggi da parte del governo e della maggioranza. Alla fine se arriva però questo, di questo dobbiamo occuparci”. E rivolgendosi a Gianfranco Miccichè ha aggiunto: “Faccia pressioni istituzionali affinché le commissioni possano portare avanti leggi che qualificano l’azione di questo parlamento”

Il capogruppo di Fi Giuseppe Milazzo aveva provato una new version della legge, poi comunque ritoccata dall’aula: “Ho tentato, in tutta onestà e dal mio punto di vista,  di aggiustare una norma, l’aula si è espressa, la voterò ma viene fuori un’altra cosa rispetto all’idea originaria. Musumeci – ha risposto a Dipasquale- ogni volta che è stato chiamato a metterci la faccia è venuto in questo parlamento. Questa norma – ha concluso- non esprime posizioni politiche”.

Soddisfazione è arrivata infine da Claudio Fava: “ringrazio l’aula per la discussione che ha contribuito a inbestire questo parlamento di una significativa responsabilità morale. La trasparenza non è una qualità ovvia della politica, va confermata  conquistata e difesa ogni giorno. Anche la parola verità dovrebbe essere ovvia eppure in commissione antimafia ci stiamo occupando della vicenda del depistaggio sull’indagine della morte di Paolo Borsellino. Abbiamo fatto di questa legge un punto di qualità e di orgoglio. Grazie presidente per aver tenuto dritta la barra della discussione”.

Molti i contrari, si diceva. Fra questi l’Udc che con la sua capogruppo Eleonora Lo Curto parla di legge discriminatoria“Mai una legge è stata subdola e cattiva come questa voluta dell’onorevole Fava che persegue obiettivi discriminatori e persecutori solo ed esclusivamente nei confronti della massoneria. E’ una legge liberticida, perchè se fosse animata dall’esigenza esclusiva della trasparenza, dovrebbe essere estesa a ogni e qualsivoglia formazione associativa cui i deputati possono essere iscritti”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana. “C’è un pregiudizio ideologico che accomuna le opposizioni che disconoscono la storia antica ed anche recente della massoneria che pubblica il proprio statuto per il quale ogni adepto giura fedeltà ed obbedienza alla Costituzione e alle leggi dello Stato – continua la parlamentare -. Il parlamento si copre di ridicolo approvando una legge stupida ed insulsa che rischia di essere impugnata e che nulla aggiunge all’obbligo dei deputati di fare in modo trasparente il proprio dovere. Piuttosto che conoscere se un deputato sia o meno iscritto alla massoneria, ai cittadini credo interessi cosa abbia fatto e quanto abbia lavorato per fare leggi finanziarie che producano sviluppo e creino occupazione, quali leggi per attrarre investimenti per le infrastrutture e le grandi opere, per lo sviluppo sostenibile, per migliorare la sanità, l’agricoltura, far crescere il turismo, l’innovazione e la ricerca”. 

“I lavoratori della formazione professionale, i disabili, gli Asu, i Pip, i lavoratori delle Ipab senza stipendi da mesi rideranno di questo ddl e purtroppo anche del parlamento. Peraltro oggi, l’approvazione di questo ddl su cui la segreteria generale dell’Ars ha espresso parere negativo attesa la nota giurisprudenza nazionale e comunitaria che nel merito va in tutt’altra direzione, costituisce un pericoloso precedente. Comprendo il delicato ruolo di garante svolto dal Presidente Micciche’ ma sono preoccupata di quanto oggi e’ accaduto per una norma che non doveva e non poteva essere votata“, conclude Lo Curto.

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