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Ondata di spettacoli al Teatro Antico di Taormina, monito del soprintendente: “Tutelare il bene”

martedì 14 Agosto 2018

Rimane in primo piano la spinosa questione dei tanti (troppi) spettacoli calendarizzati al Teatro Antico di Taormina. Sull’argomento prende posizione il soprintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina, l’architetto Orazio Micali, che evidenzia le problematiche riguardanti lo stato del bene, messo sotto-stress dalle 52 serate in programma in questa stagione estiva.

La vicenda è quella che ha già portato nei giorni scorsi il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, ad inviare una nota al presidente della Regione, Nello Musumeci, per sollecitare una ridistribuzione delle date e dei criteri di realizzazione degli spettacoli affinché nel 2019 non venga reiterata l’esagerata quantità di eventi nel monumento greco-romano.

Mentre il Comune di Taormina si sofferma sulle preoccupazioni inerenti difficoltà di viabilità, ecologia, decoro e ordine pubblico da garantire nelle varie serate degli spettacoli ed in particolare per i concerti, la Soprintendenza di Messina pone l’accento specifico sulla enorme pressione a cui viene sottoposto il Teatro Antico attualmente, con l’assenza ormai di “spazi franchi” per poter effettuare un monitoraggio costante delle condizioni effettive di conservazione e mantenimento del bene. In passato si prospettava, ad esempio, un arco di tempo di 48 ore tra uno spettacolo e l’altro per accertare eventuali sofferenze e criticità del sito archeologico, adesso invece l’utilizzo del Teatro Antico per i vari spettacoli è continuativo, non prevede pause e si articola in pratica su una frequenza quotidiana di eventi in agenda ogni sera o quasi.

Orazio Micali

“Dal 2013 – spiega l’arch. Micali – il Parco di Naxos è il gestore del bene, ne gestisce l’uso, mentre la Soprintendenza è preposta alla tutela e alla conservazione del bene. Non vi è alcun dubbio che l’uso del bene determini refluenze dirette a proposito della tutela del Teatro Antico, separando l’uso del bene come fruizione ordinaria (visita pubblica del monumento con biglietto d’ingresso) da quello per lo svolgimento di manifestazioni aggiuntive e spettacoli ad uso pubblico e/o privato. La conservazione del bene trova proprio nella seconda tipologia un fattore di interferenza aggiuntivo che determina l’obbligo di porre ulteriori attenzioni alle modalità d’uso del bene stesso sulla base delle concessioni rilasciate in favore dei richiedenti”.

“A proposito degli spettacoli che, apprendo dalla stampa, quest’anno si stanno svolgendo presso il Teatro di Taormina – continua il soprintendente -, non so dire se siano molti o pochi poiché non mi è pervenuta alcuna comunicazione. Tuttavia posso dire che sino a quando è rimasto in carica il Comitato Tecnico Scientifico, prima cioè del suo scioglimento e sostituzione con un commissario straordinario già a partire dell’estate 2017, era stata discussa la possibilità di introdurre un filtro alla continuità di impegno del bene, al fine di garantire lo svolgimento dei compiti di verifica dello stato di conservazione del Teatro Antico e di ridurre lo stress passivo del monumento. A mia memoria ricordo che il Comitato aveva svolto anche una forma di verifica della compatibilità delle richieste di concessione in base alla tipologia di spettacoli giungendo a proporre la costituzione di un organo di consulenza interna composto dai sovrintendenti dei teatri lirici di Messina e Catania per avere a disposizione un parere esperto in materia”.

L’aspettativa, anzi la necessità ineludibile, è che dal prossimo anno il sito culturale più visitato della Sicilia venga dispensato dal “martellamento” di spettacoli che, sommando fattori come la pressione antropica dei 5 mila spettatori e le strutture provvisorie e gli eccessivi livelli delle amplificazioni, possono portare ad un deterioramento delle condizioni dell’antica cavea.

Sullo sfondo riemerge il “vulnus” di Taormina, l’atavica assenza di un sito alternativo dove far svolgere i concerti o almeno una parte dell’ondata di spettacoli che attualmente interessano il Teatro Antico. Nel tempo e nelle varie legislature si è spesso parlato dell’opportunità di realizzare una struttura polifunzionale ad esempio a Trappitello, in una zona più decentrata, ma questa ed altre ipotesi non si sono mai concretizzate.

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