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Orestiadi: Marco Paolini mette in scena un insolito Ulisse contemporaneo | VIDEO – FOTO

mercoledì 24 Luglio 2019

Guarda il trailer in alto 

Nel weekend del 27 e 28 luglio, ore 21.15 al Baglio di Stefano, il festival delle Orestiadi di Gibellina ospiterà le uniche due date in Sicilia de “Nel tempo degli Dei – il calzolaio di Ulisse” di Marco Paolini e Francesco Niccolini, regia di Gabriele Vacis.

In scena oltre a Paolini Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani.

Lo spettacolo “canta” le gesta di un Ulisse navigato e stanco di sangue che racconta la sua avventura a un giovanissimo dio/pastore, un ragazzo di oggi, impaziente, curioso che vuole condividere sui social gli aspetti più pulp dell’avventura omerica.

Marco Paolini, in questa sua personale rilettura, attualizzata e smitizzata dell’Odissea, vuol raccontare un Ulisse saggio confuso e disorientato che ha bisogno di continuare a conoscere e capire, un uomo che forse non riuscirà mai a placare i vecchi e nuovi demoni che lo albergano, alla fine trionfa la stanchezza umana di Ulisse, la sua disillusione, la sua estenuante malinconia.

Un canto che coinvolge musicisti e attori, che è una riflessione sull’uomo e sul destino, sul restare umani e il senso del limite, sul sentirsi e essere déi, temi che permettono di trovare chiavi di contemporaneità forti ed evidenti.

Ulisse più lo conosci e più ti porta lontano – si legge nella nota di Paolini – E la distanza è la condizione essenziale per comprenderlo e cantarlo. Perché di questo si tratta: un canto. Un canto che racconta di un ex guerriero ed eroe, Ulisse, ridotto a calzolaio viandante, che da dieci anni cammina verso non si sa dove con un remo in spalla, secondo la profezia che il fantasma di Tiresia, l’indovino cieco, gli fa nel suo viaggio nell’al di là, narrato del X canto dell’Odissea. Questo Ulisse pellegrino e invecchiato non ama svelare la propria identità e tesse parole simili al vero. Si nasconde, racconta balle, si inventa storie alle quali non solo finisce col credere, ma che diventano realtà e addirittura mito (…) Questo e molto altro, sotto le mentite spoglie di un calzolaio – anzi, del calzolaio di Ulisse, uno straniero dai sandali sdruciti, indurito dagli anni, dall’età, dai viaggi e dai naufragi – racconta il protagonista ad un giovanissimo capraio incontrato apparentemente per caso”.

Lo spettacolo è prodotto da Jolefilm e Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.

  • foto di Gianluca Moretto

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