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Palazzo d’Orleans aspetta il sì di Roma sul commissario per i rifiuti

martedì 23 Gennaio 2018
Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ed il premier Paolo Gentiloni
Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ed il premier Paolo Gentiloni

Governare le emergenze rischia di essere la parola d’ordine del governo siciliano.

Dopo l’incontro di giovedì scorso tra Gentiloni e Musumeci, è attesa da un giorno all’altro la risposta di Roma sulla richiesta avanzata dalla Sicilia di nominare un commissario per l’emergenza rifiuti e l’emergenza idrica in Sicilia, con i volumi degli invasi nell’Isola che nell’ultimo triennio hanno raggiunto, in alcuni casi, flessioni che hanno superato l’86%.

Solo per fare un paio di esempi, basti pensare che la Diga Poma (Villagrazia Palermo) ha accusato una flessione pari a -67% rispetto al 2017,  -83% rispetto al 2016,  -82%  rispetto al 2015. O ancora la  Diga Rubino (Ummari-Trapani) confronto annualità precedenti: -47% rispetto al 2016, -44% rispetto al 2015.

L’Amap, a parte un paio di volte, non ha cominciato tuttavia il razionamento dell’acqua a Palermo e non lo farà, pare, se prima non ci sia un pronunciamento romano sull’emergenza idrica.

Intanto, Palazzo Chigi sta portando avanti una verifica sulla fattibilità degli interventi, di concerto con il ministero dell’Ambiente. Va ricordato, che, a cose fatte,  lo strumento individuato dovrebbe essere l’ordinanza di protezione civile al cui interno andrà a essere delimitato il perimetro delle richieste accolte e dei paletti eventualmente fissati da Roma.

Bellolampo fuori gioco farebbe andare in tilt in oltre mezza Isola un sistema di rifiuti che poggia su un equilibrio precario e sin troppo delicato. A risentirne sarebbero, inevitabilmente, i Comuni della Provincia di Palermo, ma anche gli altri territori strettamente interessati. E così, l’emergenza diventa necessità di gestione rapida, che sia in grado di ampliare la sesta vasca di Bellolampo e realizzare la settima.

Il nuovo trend dovrebbe essere assicurato in dettaglio dalla realizzazione di piattaforme per la produzione del compost, per il trattamento della frazione secca dei rifiuti, e per il pre-trattamento dei rifiuti prima dello smaltimento residuale in discarica.  Si passerebbe di fatto da due milioni di tonnellate all’anno a una quantità compresa tra 300 e 400mila tonnellate all’anno.

Oggi l’Ars vedrà protagonista ancora una volta il dibattito sulla criticità dei rifiuti, con Musumeci che dovrebbe riferire all’Aula dell’incontro avuto con il capo del governo. Il Pd, per bocca del suo capogruppo all’Ars Lupo, aveva nei giorni scorsi plaudito all’apertura di gentiloni sul commissario in Sicilia.

Forse è il caso di verificare a che punto è tanto ottimismo.

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