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Palermo ha sete. Orlando chiederà lo stato di calamità, turni idrici rinviati

lunedì 2 Gennaio 2017

Palermo ha sete. Lo “Stato di calamità” per la mancanza d’acqua è a un passo. Il passo ufficiale da parte del primo cittadino di Palermo sarà proprio questo: Leoluca Orlando è pronto a chiedere al governo nazionale lo stato di calamità per l’allarme siccità che a Palermo rischia di imporre, senza interventi immediati, la turnazione idrica. Che per adesso è scongiurata dopo la riunione lampo tra Regione, Amap e Comune. La turnazione sarebbe dovuta scattare già da domani ma il buonsenso ha fatto sì che le richieste di Orlando venissero accolte. La decisioni sul “razionamento” idrico è di fatto rinviata a una prossima riunione del Tavolo tecnico che si terrà il 12 gennaio.

Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo. Foto di Francesco Bellina
Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.
Foto di Francesco Bellina

Il sindaco, infatti,  ha chiesto e ottenuto il rinvio dell’inizio dei turni perché ritiene “inaccettabile che siano stati dati solo 5 giorni di preavviso ai cittadini”. Ed aggiunge di aver chiesto anche “l’aggiornamento del tavolo tecnico per sapere cosa sta facendo la Regione. L’Amap è disposta a investire risorse proprie per la riparazione dell’acquedotto di Scillato di competenza della Acque potabili siciliane fallita e della Regione“.

Primo obiettivo raggiunto, ma è solo una soluzione tampone che non risolve i problemi. L’erogazione dell’acqua a giorni alterni in parte del territorio urbano di Palermo, prevista a partire da domani, è stata rimandata a data ancora da stabilire. Domani ci sarà un altro incontro sulla vicenda. La turnazione nell’erogazione era stata prevista dalla Regione a causa della scarsità di scorte negli invasi, dovuta a una stagione secca. Ad aggravare la situazione (oltre ai motivi di sicurezza che impediscono di superare il livello del 35% d’acqua nella diga Rosamarina, in territorio di Caccamo), il mancato utilizzo degli oltre 600 litri al secondo dell’acquedotto di Scillato, a causa di guasti alla conduttura che risalgono al 2009 e che si sono via via aggravati fino a determinare lo stop all’approvvigionamento.

Per i sindacati non è altro che la cronaca di una crisi annunciata. Cgil e la Filctem sostengono, infatti, che “come era prevedibile, a Palermo, a causa dei bacini a secco per le scarse piogge di questi mesi, è stata annunciata la razionalizzazione delle risorse idriche in città, tutto questo mentre si continuano a scaricare 600 litri al secondo di acqua minerale a mare proveniente dalla fonte di Scillato, per colpa della rottura della condotta idrica, avvenuta qualche anno fa, e alla quale non si è mai posto rimedio“.

L’acqua a giorni alterni a Palermo era un fatto dimenticato. Non accadeva da oltre un decennio quando ancora sulle soffitte o nei sottotetti dei condomini venivano sistemate le cisterne per la raccolta. Purtroppo, l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua nel 2016 è stato un problema per il 37,5% delle famiglie in Calabria e per il 29,3% in Sicilia, mentre a livello nazionale ha colpito soltanto il 9,4% delle famiglie. Anche per l’acqua, il Mezzogiorno è maglia nera.

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