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Palermo invasa dai gabbiani, i nuovi padroni della città | VIDEO

lunedì 18 Giugno 2018

 

Palermo è invasa dai gabbiani. Ce ne sono tantissimi e in tutte le zone della città. Fino a qualche tempo fa il loro proliferare era stato notato soprattutto nel centro storico, ma ultimamente la presenza di questi grossi uccelli è risultata massiccia in molte aree del capoluogo siciliano. A favorire l’aumento dei gabbiani in città, fenomeno che ha avuto inizio circa dieci anni fa, è soprattutto l’immondizia che invade le strade di Palermo.

gabbiani politeama
FOTO © D.G.

E col ritorno del periodo estivo, riecco le lamentele di residenti che abitano negli attici e negli ultimi piani degli edifici, che si lamentano del chiasso, anche notturno, e della presenza incombente di questi grossi uccelli, molto territoriali, che difendono la propria prole con picchiate proprio verso la gente che vi abita accanto.

In ogni caso, i gabbiani di solito non arrivano a colpire le persone, anche se a volte ci vanno molto vicini.

Chi, ad esempio, si ricorda del Foro Italico di alcuni anni addietro, avrà probabilmente presente la folta “nuvoletta” di piccoli gabbiani svolazzanti nel tratto di mare innanzi Porta Felice – dice Giovanni Guadagna esperto di fauna selvatica urbana – Si trattava del “Gabbiano comune” ed il motivo per il quale insisteva proprio in quel posto era il grosso scarico fognario, ora deviato verso il depuratore di Acqua dei Corsari. Tali scarichi sono purtroppo luogo di alimentazione di alcune specie animali”.

palermoTolto lo scarico sono diminuiti i gabbiani comuni, questo significa che a fare la differenza è la pulizia, cosa che nelle strade di Palermo, da tempo appare particolarmente carente.

Così non è ancora per la discarica di Bellolampo – spiega l’esperto – e per i numerosissimi cassonetti traboccanti di immondizia, anche di natura organica. A prenderne “possesso” è stato il gabbiano “reale”, ormai da alcuni decenni nidificante a Palermo, sembra che uno dei primissimi nidi sia stato notato nei tetti del Gymnasium dell’Orto Botanico”.

La sua presenza si fa sentire a Palermo, sopratutto perché si alimenta prevalentemente nei contenitori dell’immondizia che traboccano di rifiuti, “anche se non deve essere trascurata una discreta predazione sui Piccioni“.

“Quando in tutta la città vi sarà la raccolta differenziata – conclude Giovanni Guadagna –  ovviamente con celere smaltimento, la presenza del grosso gabbiano diventerà più discreta”.

La gente spesso non gradisce questa presenza sulle loro abitazioni e insistono nel chiedere un nostro intervento ma noi non possiamo agire direttamente – spiegano dall’associazione Lipu – Nidi, uova e nidiacei, infatti, sono protetti dalla legge 157/92 art. 3 e 21″.

palermoPer allontanarli vi sono dei metodi, da adottare prima dell’inizio della nidificazione, cioè entro il mese di febbraio, “che però vanno cambiati a rotazione con intervalli di tempo casuali in modo da non farli abituare alla loro presenza“. I più comuni sono ad esempio i nastri riflettenti o cd-rom inseriti su dei fili appesi, o l’utilizzo di aquiloni a forma di falco, o dissuasori a spillo (con punte arrotondate) negli angoli dove di solito i gabbiani fanno i nidi. Un’altra soluzione sarebbe frequentare i terrazzi anche d’inverno, in modo da farli desistere dal costruirvi i nidi.

Il centro recupero fauna selvatica di Ficuzza accoglie ogni anno centinaia di gabbiani reali che cadono dai nidi o che vengono investiti dalle auto o intossicati nelle discariche. “Essendo ancora considerati fauna selvatica, siamo costretti a prenderli e curarli, con spese che gravano sul centro di recupero – spiegano dalla Lipu –  Riceviamo, infatti, tantissime segnalazioni soprattutto nel periodo estivo. Il problema è che noi non siamo in grado di intervenire a queste richieste di recupero. E’ un’attività che richiede fatica e impegno e non si può fare con il solo volontariato. Infatti chiediamo alla gente di adoperarsi autonomamente nel prenderli e portarli al centro di Ficuzza o alla forestale. Nei casi in cui i gabbiani si trovino in punti inaccessibili, il nostro consiglio è di chiamare i vigili del fuoco o il corpo forestale.

Nel filmato, che è possibile trovare nella pagina Facebook “Fauna selvatica nella città di Palermo“, si vedono due esemplari. Si tratta, nel primo caso, di un giovane (riconoscibile per le screziature marroncine sulle ali), mentre quello “immerso” nel contenitore, è un adulto (le ali sono completamente grigie). Sta mangiando dei pezzi di Tonno non proprio freschissimi. In fin dei conti, tra il raccogliere un pesce in mare, meglio se con minor fatica, come uno morto sulla battigia, e un pezzo di tonno nell’immondizia, non c’è per il gabbiano molta differenza.

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