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Palermo, nuovo Centro congressi e Multisala: 33 mln per l’ex Manifattura Tabacchi | VIDEO-FOTO

sabato 1 Maggio 2021

 VIDEO IN ALTO, FOTO IN BASSO

In piena pandemia da Covid, Palermo riscopre le potenzialità dell’ex Manifattura Tabacchi, edificio storico abbandonato in via Comandante Simone Gulì 21 (accanto i Cantieri Navali, in zona Acquasanta).

Nel Recovery Plan presentato dal Governo, infatti, vengono stanziati ben 33 milioni di euro per la riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’ex edificio di “archeologia industriale”, che – prima ancora di diventare fabbrica – nasceva nel 1628 come lazzaretto della città colpita pochi anni prima dalla peste; all’epoca il lazzaretto ospitava chi arrivava a Palermo via mare e doveva affrontare un periodo di quarantena, per merci e persone provenienti da luoghi a rischio d’infezioni.

Oggi, quasi 400 anni dopo la grave pestilenza, ci ritroviamo a lottare contro una pandemia mondiale.

Dario Franceschini, Capitale Italiana della Cultura 2021
Dario Franceschini

Il Mibac (Ministero dei Beni culturali) ha pensato quindi di salvare dal degrado e abbandono questo edificio, inserendolo tra i 14 progetti strategici del Recovery. Con un investimento di 33 milioni di euro, «il recupero dell’ex Manifattura Tabacchi di Palermo – scrive il ministro Franceschini prevede la valorizzazione dell’intero complesso architettonico in chiave culturale: in particolare con la realizzazione di un Auditorium, a cui saranno affiancati spazi espositivi, e un’area dedicata alla creatività artistica con annessa foresteria per artisti. L’obiettivo è creare un Centro polifunzionale costituito da sale per Congressi ed intrattenimenti, uffici, sale espositive e Multisala». 

Adriano Varrica M5S
Adriano Varrica

«Da diversi mesi – ha aggiunto soddisfatto il deputato M5S Adriano Varrica, molto attivo sul fronte delle opere pubbliche a Palermo – ho avviato interlocuzioni con Cassa depositi e prestiti che è proprietaria dell’area. Il rilancio della zona Cantieri-Via Montalbo-Acquasanta passa anche da questo intervento. Abbiamo l’occasione di riqualificare il tessuto urbano mediante un importante insediamento culturale».

IL MISTERO DEL PROGETTO

Di fatto al momento non c’è un vero e proprio progetto. Esiste solo un vecchio PRUSST (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile) presentato nel 2006 da privati (gli ex proprietari della Fintecna Immobiliare) che avevano proposto una variante al PRG riferita ai terreni utilizzati dalla Fincantieri.

Il progetto prevedeva un Centro polifunzionale con due centri commerciali, un cinema multisala, parcheggio, e perfino un hotel di lusso. Il tutto per una cifra di quasi 53 milioni di euro. 

Ex Manifattura Tabacchi, slide CDPMa l’idea di costruire un albergo di lusso scatenò una lunga scia di polemiche e trovò l’opposizione di sindacati e consiglieri comunali. Dopo un periodo di dibattito, il PRUSST 63 venne cambiato e l’albergo accantonato.

Nel 2013 il comune di Palermo approva il PRUSST 63, ma da allora tutto è rimasto in fase di stallo. C’è chi dice per via della perdita dei finanziamenti, c’è chi dice per la cessione della proprietà dai privati alla CDP (Cassa depositi e prestiti).

La ex Manifattura Tabacchi, aperta nel 1885 e chiusa nel 2001, ora spera nel rilancio grazie a questi 33 milioni. E dato che il Mibac parla di sale congressi, parcheggi e multisala, chissà se non si riferisca o venga ripescato una parte del vecchio PRUSST.

LA STORIA

L’edificio, come dicevamo, nacque come Lazzaretto, costruito tra il 1628 e il 1631, dopo la grave pestilenza del 1624, per la quarantena delle merci arrivate via mare e degli equipaggi. L’edificio fu completato nel 1652 e ampliato poi nel 1771 con nuove fabbriche. Dal 1790 fu adibito a colonia estiva degli allievi del vicino Collegio Nautico.

Dal 1833 venne restaurato e ingrandito: all’ingresso un fregio e rilievo scolpito con il Genio della salute, lo stemma reale e l’Aquila palermitana. Nel 1885 il Lazzaretto venne trasformato nella Manifattura Tabacchi: circa mq 19.000, dei quali circa 10.000 mq costituiti da un fabbricato storico multipiano.

La manodopera era prevalentemente femminile: ci lavoravano circa 600 donne (per lo più delle borgate limitrofe, come Arenella e Vergine Maria); si occupavano della produzione di sigari e sigarette confezionate. I pochi uomini che lavoravano nella fabbrica invece erano meccanici, elettricisti o capo-reparti. L’inceneritore veniva usato per bruciare i prodotti di scarto delle lavorazioni che, con le sue due ciminiere, divenne uno dei simboli della produttività cittadina.

Durante la II Guerra Mondiale la fabbrica fu danneggiata dai bombardamenti su Palermo. Tornò operativa nel dopoguerra e lo stabilimento rimase attivo fino al 2001 quando, a causa della crisi del settore, vennero chiuse le antiche manifatture.

Negli ultimi anni è stata inserita dal Comune nella rassegna “Le vie dei Tesori”. Ora si attende il nuovo progetto di rilancio.

LE FOTO: COM’ERA

LE FOTO: COM’È

 

 

 

  • Foto tratte da Facebook: Save Industrial Heritage; Palermo di Una volta (Giacomo Buzzetta); Palermo in bianco e nero (Maite Calcara); Unipa; Le Vie dei Tesori; Giuseppe Catanzaro; Francesca Maccani.
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