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Palermo, Salvini incontra neo sindaco Lagalla e sulle primarie: “Musumeci? No imposizioni dall’alto” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 16 Giugno 2022

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Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha incontrato il neo sindaco di Palermo Roberto Lagalla. L’operazione “Prima l’Italia’ messa in atto per le amministrative sarà replicata per le elezioni regionali in Sicilia previste in autunno.

Lo ha annunciato Salvini, “Siamo partiti da zero con Prima l’Italia, siamo arrivati a dare un contributo per la vittoria a Palermo e a Messina, eleggendo sei consiglieri – afferma il senatore – A Catanzaro con le due liste di ispirazione leghista abbiamo raggiunto il 13%: per un movimento partito con zero soldi, con una campagna elettorale fatta a mani nude, in pochi mesi raccogliere 10mila consensi dei palermitani e arrivare a governare questa splendida città, la più importante andata al voto, è motivo di grande orgoglio. Perché non replicare allora l’esperimento di Prima l’Italia in grande stile coinvolgendo altri soggetti, forze civiche e politiche alle prossime regionali”.

Ci sono tanti ballottaggi dove io lavoro perché il centrodestra sia unito. A Palermo abbiamo dato prova di compattezza, a Catanzaro il centrodestra non era unito come a Verona, a Parma. Mi auguro che in tutti i comuni dove si va al voto contro le sinistre domenica prossima gli amici di Fratelli d’Italia e Forza Italia diano una mano”.

Ci sarà un incontro imminente con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, “Ci sono 38 città al ballottaggio, da qui a domenica 26 giugno mi occupo solo di questi sindaci”.

La prossima partita del centrodestra si giocherà sul fronte delle primarie e in campo ci sarà di nuovo l’attuale presidente della Regione Nello Musumeci, anche se in seno alla coalizione non tutti i partiti sembrerebbero essere pronti a sostenere la sua corsa verso un secondo mandato.

Salvini risponde, “Il candidato governatore in Sicilia? Per quando mi riguarda sceglieranno siciliani. Non arriveranno da me, da Milano, da Roma o da altre città imposizioni calate dall’alto. Mi auguro che il centrodestra in Sicilia trovi una candidatura unitaria che metta d’accordo tutti, perché uniti si vince. Non faccio nomi e cognomi. Bisogna trovare qualcuno che unisca” e ha aggiunto: “Dove il centrodestra è unito stravince dappertutto: da Palermo a Genova. Dove è diviso come a Verona, Parma o Catanzaro non vince. Quindi l’importante è trovare una candidatura che accontenti tutti”. Si riparte da zero senza Musumeci per trovare il profilo giusto? “Decideranno i siciliani, io non sono siciliano quanto meno di mi pacerebbe esserlo d’adozione”, conclude Salvini.

Cateno De Luca ha lasciato un buon bilancio a Messina, ha amministrato bene e abbiamo sostenuto la sua squadra. Ma un conto è fare il sindaco, un conto è fare altro. A Messina l’abbiamo sostenuto con un gesto non semplice, abbastanza ardito, che però è stato premiato dagli elettori che hanno sempre ragione. Altri ragionamenti li faranno altri in altri tempi”. Così il leader della Lega ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto se Cateno De Luca, già in corsa col suo movimento ‘Sicilia Vera’ per le regionali, può essere il nome papabile come candidato governatore per il centrodestra.

Sul fronte internazionale, il premier Mario Draghi ha affermato che l’Italia vuole l‘Ucraina nell’Unione Europea avendo lo status di candidato, sostenendo in modo incondizionato questa posizione nel prossimo Consiglio europeo.

“Sono assolutamente favorevole a un processo di adesione dell’Ucraina all’Europa, come per la Serbia, per l’Albania. Non è qualcosa di immediato, perché bisogna rispondere ad alcuni requisiti. Se si vuole candidare l’Ucraina come membro dell’Ue è un buon segnale, a me interessa che Italia, Francia e Germania lavorino per la pace: non si parli solo di armi, di scontro, di conflitto e di guerra ma si prepari un ritorno al disarmo, al cessate il fuoco”.

“Oggi è stata votata una riforma della giustizia col voto favorevole della Lega e l’astensione di Renzi. Lascio a voi valutare oggi, chi su una riforma importante ha votato col governo e chi no. La domanda va fatta a Matteo quello di Firenze, no quello di Milano”, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto se il sostegno del Carroccio al governo Draghi sia giunto al termine.

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