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Palermo, sequestrato il campo nomadi: rischio per la salute e l’incolumità degli abitanti |Video

mercoledì 18 Luglio 2018

 

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo ha notificato al Comune un provvedimento di sequestro dell’area nota come “Campo nomadi”.

Nel testo del provvedimento viene ricostruita la storia del “Campo” a partire dai primi anni ’90, quando un gruppo di cittadini Rom della ex Jugoslavia fuggirono dal conflitto nella regione del Kosovo, stabilendosi a Palermo. Da oltre 20 anni risiedono dentro il Parco della Favorita, occupando un’area di 53 mila metri quadri, classificata come Riserva Naturale. Gli occupanti, prima 800 che nel tempo sono diminuiti, vi si accamparono “provvisoriamente” dopo essere stati allontanati per tensioni con i residenti dallo ZEN, dove vivevano.

Nonostante varie ordinanze – segnalano dall’associazione Comitati civici Palermoemanate dal 1992 in poi, a questi occupanti il Comune non ha mai offerto i servizi essenziali, quali allacciamento a fognature, ad acquedotto e ad impianti elettrici, in quanto, trattandosi di “Riserva Naturale”, qualsiasi lavoro di urbanizzazione non è consentito, venendo meno così allo spirito di accoglienza, fiore all’occhiello di questa Amministrazione”.

Nel 1994 furono realizzate dagli occupanti costruzioni in legno e tufo – continuano dall’associazione –  Nello stesso anno fu varato un regolamento comunale per gestire l’insediamento, che fu annullato perchè il campo, privo di autorizzazioni e privo di servizi, come lo è tuttora, è un campo abusivo, non essendone mai stata decretata l’ufficialità ed è, pertanto, passibile di sgombero”.

Oggi il provvedimento emesso nell’ambito di un’indagine che riguarda l’occupazione dell’area limitrofa a viale del Fante e via Case Rocca, con il suo utilizzo per finalità abitative, situazioni di pericolo per gli abitanti e rischi di inquinamento dell’area. Custode dell’area è stato nominato il Comandante della Polizia Municipale.

Ad essere oggetto dell’indagine e del provvedimento sono in particolare due elementi:
–   la presenza di discariche all’interno dell’area, con gravi rischi per la salute e l’incolumità sia degli abitanti, sia di quanti si trovano a transitare o vivere nelle immediate vicinanze e con gravi rischi di inquinamento sia dell’aria che dei terreni;
–   la mancata attivazione, da parte di funzionari pubblici comunali, di provvedimenti volti alla ricollocazione degli abitanti e, nelle more, alla rimozione delle condizioni di pericolo e insalubrità legate soprattutto all’assenza di impianto idrico-fognario e alla presenza di impianti elettrici abusivi e non a norma.

Dal giudice per le indagini preliminari arrivano accuse gravissime nei confronti dell’Amministrazione comunale: secondo il gip, infatti, emergono “profili di responsabilità penale in capo ai funzionari dell’Amministrazione comunale, che – si legge nel provvedimento – scaturiscono da condotte omissive non facilmente collocabili nel tempo (e costituite dall’avere agevolato il sorgere e il permanere dell’insediamento, provvedendo  – sia pure in modo del tutto carente – a fare installare e mantenere nel tempo impianti destinati all’approvvigionamento idrico ed energetico […] sia e soprattutto da condotte omissive che non hanno impedito il protrarsi della situazione di illiceità derivante dall’occupazione del terreno in cui sorge il Campo nomadi”. 

Insomma, uno schiaffo vero e proprio nei confronti della gestione del campo nomadi da parte dell’Amministrazione comunale. Accuse precise che, potrebbero, fra breve far scattare avvisi di garanzia.

Intanto, sulla questione interviene la stessa Amministrazione che prova a spostare le responsabilità: “Questo provvedimento – affermano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Giuseppe Mattinaè la conferma della necessità e urgenza di dare attuazione al progetto, che è già inserito e finanziato con il PON Metro, per la definitiva dismissione del campo, attraverso la ricollocazione dei suoi attuali abitanti (circa 100) e l’intensificazione dei percorsi di integrazione. Quello del definitivo abbandono del campo è per altro un obiettivo che la stessa comunità Rom di Palermo si è dato, come confermato anche recentemente negli incontri avuti con l’Amministrazione comunale.
Il Comune chiederà di poter rendere immediatamente disponibili le somme previste per questa specifica azione del Pon Metro, attualmente programmate per il 2019. Un progetto che servirà anche ad intraprendere gli interventi necessari per la pubblica fruizione di un’area che ricade in zona B della riserva naturale di Monte Pellegrino“.

Il progetto complessivo, inserito nel PON Metro con uno stanziamento di circa 900 mila euro, prevede la presa in carico di quei nuclei familiari e quei singoli che decideranno di abbandonare il campo, partecipando ad un “percorso di accompagnamento alla casa con progetto personalizzato, in relazione al numero di componenti del nucleo e/o ai soggetti interessati e alla complessità e gravità della situazione sociale“.

Quindi, non soltanto un progetto per la soluzione dell’emergenza abitativa, ma anche di accompagnamento sociale, attraverso percorsi di formazione, facilitazione dell’autoimpiego e dell’autoimprenditorialità, il sostegno ai percorsi scolastici dei minori. Proprio su quest’ultimo tema, nei giorni scorsi ha preso avvio il progetto per l’inclusione dei bambini Rom, Sinti e Camminanti, finanziato in parte con fondi comunali e in parte con fondi del PON Inclusione.

Palermo, pericoloso impianto elettrico “irregolare” dentro il campo rom del Parco della Favorita |FOTO

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