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Parchi archeologici troppo cari, Musumeci firma gli accorpamenti

martedì 26 Marzo 2019

Il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci ha firmato, nella qualità di assessore ad interim ai Beni culturali, carica assunta dopo la tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, il decreto con cui viene modificato parzialmente l’elenco delle aree archeologiche che costituiscono il sistema dei Parchi archeologici siciliani.

Si decreta, dunque, una razionalizzazione dei parchi, necessaria rispetto alla precedente pianificazione considerato che “l’accorpamento gestionale di alcuni degli istituendi parchi dotati di minori potenzialità tecnico economiche è lo strumento più idoneo per supportare il concreto avviamento degli stessi”, si legge nel documento.

Non solo. Nel decreto firmato si legge anche che “l’istituzione di tutti i Parchi Archeologici di cui al D.A. 13 settembre 2018 n. 29 dotati di autonomia gestionale e finanziaria, comporterebbe lo sforamento dei parametri (…) in ordine alla rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti regionali”.

Il nuovo assetto prevede che i parchi siano tredici: il Parco archeologico di Gela, in provincia di Caltanissetta; il Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, in provincia di Catania; il Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale in provincia di Enna; tre nella provincia di Messina: Parco archeologico delle isole Eolie, quello di Naxos e Taormina e di Tindari; Parco Archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato in provincia di Palermo; il Parco Archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica in provincia di Ragusa.

Due i parchi archeologici in provincia di Siracusa, il Parco Archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro e il Parco Archeologico di Leontinoi. Tre, infine, quelli individuati in provincia di Trapani: il Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria; il Parco Archeologico di Segesta e quello di Lilibeo.

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