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Parco archeologico di Siracusa, l’assessore Granata: “Coinvolgere i sindaci nella gestione”

sabato 6 Giugno 2020
siracusa-parco-archeologico

Mi sembra fondamentale che Alberto Samonà affronti la questione della sua gestione con una logica diversa dagli altri 15 Parchi Istituiti. Per questo nostro Parco è essenziale che, insieme alla Autonomia finanziaria e gestionale, con tutti gli enormi vantaggi che questa porterà al Parco, si pensi a una applicazione ampia dello spirito del legislatore, anche attraverso un apposito decreto assessoriale, e quindi alla individuazione di una Governance plurale che oltre a un ottimo Direttore coinvolga i sindaci delle tante Città che il Parco comprende, a partire da Francesco Italia“.

A dichiarlo è l’assessore alla Cultura del comune di Siracusa, Fabio Granata. Un’area vastissima che ricomprende decine di siti archeologici e di interesse storico.

Il Parco della Neapolis con il Teatro Greco, l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Ierone, la Latomia del Paradiso con l’orecchio di Dionisio, la grotta dei Cordari. Il Museo archeologico regionale Paolo Orsi, il Castello Eurialo, il Ginnasio Romano, il Tempio di Zeus, l’intera perimetrazione cittadina delle Mura Dionigiane. E ancora: il Museo Archeologico Judica di Palazzolo e il suo Parco archeologico con il Teatro,
i Santoni, Santa Lucia di Mendola. E poi la Necropoli di Castelluccio, in territorio di Noto, la Villa Romana del Tellaro, la colonna Pizzuta , e il sito archeologico di Eloro.Ad Avola la Villa romana di Borgellusa.
Infine la Necropoli di Pantalica di Ferla, Sortino e Cassaro, il sito archeologico di Monte Casale-Kasmene a Buscemi e il sito archeologico di Thapsos Priolo. Sono questi gli incredibili confini di quello che viene definito, con la necessaria ma inappropriata sintesi, nella sua Istituzione “Parco Archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro”. In realtà il Parco è molto ma molto di più: per estensione certamente il più grande Parco Archeologico al Mondo“.

Fabio Granata

Dopo anni Sebastiano Tusa chiuse il cerchio da me aperto con la legge 20 del 2000, riuscendo a sancirne la Istituzione e quindi la piena Autonomia. Questo enorme spazio già oggi ha quasi 1 milione di visitatori annui per un incasso che sfiora i 7 milioni di euro senza ancora aver sviluppato una politica univoca e coordinata di valorizzazione e gestione. L’enormità dello spazio (ne discussi a lungo con Sebastiano ) rappresentava elemento di perplessità ma allo stesso tempo una ambiziosa potenzialità“.

Il primo passo allora da dovrà essere quello di dotare il Parco della prevista autonomia gestionale e di bilancio: questo è un passaggio fondamentale ma non sufficiente – sottolinea Fabio Granata. Serve una Governance all’altezza della impresa e per concretizzarla serve il coinvolgimento di tutti gli “attori” del grande territorio. Ne il compianto Calogero Rizzuto, ne l’attuale Commissario ma neanche un redivivo Paolo Orsi sarebbe in grado infatti di gestire tale complessità sopratutto in una logica di tutela e valorizzazione complessiva dell’intero “Parco”.

Sarà poi fondamentale – continua – il coinvolgimento in una logica di sussidiarietà dell’associazionismo culturale, turistico e imprenditoriale: solo questo organismo plurale potrà “gestire” il Parco come un enorme Distretto Culturale affine e sovrapponibile al nostro SudEst e determinare la nascita di una vera “industria” del Viaggio Culturale dotata di grandi risorse e lungimirante visione. Questa mi sembra una strada obbligata anche perché il Parco dovrà essere percepito come una svolta per le nostre Città oltrechè come una poderosa offerta culturale: pensate a quanti servizi di collegamento potranno attivarsi tra i confini del Parco, a quante guide potranno essere coinvolte oltre alle tante imprese culturali e turistiche di tutto il nostro SudEst“.

Infine anche recenti e nuovissimi profili formativi universitari, relativi alla Promozione del Patrimonio, potranno fornire i profili dotati della necessaria sapienza nella custodia e nella valorizzazione dell’Heritage. Profili giovani e motivati che affiancheranno i nostri valorosi funzionari e custodi regionali: insomma il Parco potrà diventare una grande realtà culturale, sociale ed economica. La stessa che con Sebastiano Tusa e Calogero Rizzuto è sempre stata al centro delle nostre visioni e delle nostre speranze“, chiosa Fabio Granata.

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