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Pasqua in Sicilia, ecco alcuni imperdibili appuntamenti tra sacro e profano

lunedì 10 Aprile 2017

La Pasqua è tra le più importanti feste dell’anno liturgico e in Sicilia ha dato origine a molte riti che uniscono i momenti salienti della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo alle tradizioni popolari le cui origini affondano le radici in tempi antichissimi, alle forme espressive a volte teatrali e drammatiche che spesso si presentano con simboli di non semplice e immediata lettura.

Quello che colpisce principalmente delle feste pasquali siciliane è l’attiva partecipazione popolare che si manifesta non solo nei classici cortei e pellegrinaggi, ma anche nell’alternanza dei sentimenti tristi del lutto per la morte del redentore e quelli allegri e festosi per la sua resurrezione. Mentre per gli ebrei tale ricorrenza celebrava il ricordo della liberazione dalla schiavitù, con la venuta di Cristo, per i cristiani, si ha un nuovo significato, la liberazione dal male e dal peccato.

MISTERI DI TRAPANI
La processione dei misteri si svolge a Trapani il Venerdì Santo, da 400 anni. L’origine è spagnola, dalle antiche Casazas e, infatti, ha analogie importanti con le feste andaluse. La processione composta da 20 gruppi sacri, ha inizio alle 14 del venerdì santo, per concludersi ventiquattro ore dopo. La processione parte dalla Chiesa delle Anime del Purgatorio, percorre le principali vie cittadine. Fu la Confraternita del Preziosissimo Sangue (oggi Confraternita di San Michele) che nei primi anni del XV secolo provvide alla costruzione dei primi gruppi statuari, affidando tale incarico agli artisti trapanesi. Dal 1539 al 1582 la Confraternita di San Michele ebbe sede nell’edificio annesso alla chiesa di San Michele, sino a quando non dovette cedere, su decisione del Senato, tale edificio ai padri Gesuiti che erano giunti a Trapani nel 1561. La data di costruzione dei gruppi non è certa, quello che si conosce è invece la data del più antico atto di concessione: è il 20 aprile 1612, quando si affidò ai poveri jurnateri il gruppo dell’Ascesa al Calvario. In verità, già nel 1612 alcuni gruppi erano presenti nella processione e lo testimoniano le scritture notarili “inter alia misteria” e proprio nel 1612 è stato ultimata la costruzione di questo mistere e si stava realizzando quello detto della “presa o cattura di Cristo”. I gruppi furono affidati fin dall’inizio alla “Maestranze”. La rappresentazione scenografica dei Misteri è ambientata più nell’epoca medievale che ai tempi dell’occupazione romana della Palestina. Si possono notare soldati dalla divisa spagnoleggiante o elmi sostituiti da immaginari pennacchi, per non dir poi che spesso i volti di alcuni personaggi (come il giudeo della Spogliazione) altro non erano che raffigurazioni di uomini dell’epoca (nel caso specifico, sembra che il giudeo fosse tal Setticarini, l’aiutante del boia allora presente a Trapani). Dal 1950 si iniziò a coprire i cavalletti con un sontuoso mantello nero (a’ manta), sul quale è impresso il nome del ceto di appartenenza. Oggi i gruppi sono custoditi durante l’anno nella Chiesa delle Anime del Purgatorio.

IL BALLO DEI DIAVOLI DI PRIZZI
Il Ballo dei Diavoli di Prizzi è una spettacolare festa che corre sul confine tra il sacro e il profano e scalda gli animi della gente con antichi riti. La festa è senza dubbio una delle rappresentazioni più caratteristica della Pasqua in Sicilia e ha reso il piccolo comune in provincia di Palermo celebre nel mondo. La domenica di Pasqua, a Prizzi, bisogna stare attenti alla Morte! La riconoscerete dall’abito giallo, dal ghigno stampato sulla maschera e dalla balestra; è lei scegliere tra il pubblico le vittime che condurrà all’inferno. Una volta prese, le vittime saranno accompagnate dai Diavoli in una casa. Qui hanno una sola possibilità di riscattare la propria anima: dovranno pagare un obolo, una piccola offerta di denaro! A differenza della Morte, i Diavoli vestono una tuta rossa e indossano una grande maschera. Gomito a gomito con la Morte, trascorreranno la loro giornata importunando e imprigionando le persone. L’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto e il Ballo dei Diavoli. Diavoli e Morte non stanno a guardare nemmeno quando il simulacro della Madonna si appresta a riabbracciare quello del Cristo risorto. Le forze del Male tenteranno di impedire ’u Ncontrulu Ballu di li Diavoli vero e proprio. I Diavoli riusciranno a impedire l’incontro tra Maria e Gesù risorto per due volte, ma al terzo tentativo verranno colpiti e uccisi dagli Angeli mentre le campane suonano a festa! La Madonna perde quindi il suo luttuoso manto nero mostrando la veste celeste e riaffermando la vittoria del Bene sul Male. I Diavoli, sconfitti, compiranno il rito di purificazione dal peccato con il gesto del pigliari ‘a paci chinandosi per tre volte davanti alle due statue. Nello spettacolare Ballo dei Diavoli si fondono fede e folclore diventando il campo dello scontro tra opposti: cristianesimo e paganesimo, primavera e inverno, vita e morte. Non è difficile rintracciare nella ricorrenza echi di manifestazioni pagane che anticamente celebravano la Primavera e la rinascita della natura. Con il passare del tempo il rito è stato influenzato da tradizioni popolari che hanno assorbito elementi delle tragedie greche; su queste si è innestata l’interpretazione cristiana trasformando il rito in una lotta tra il Male e il Bene con il trionfo di quest’ultimo sottolineato dalla resurrezione di Cristo risorto.

PASQUA A CALTANISSETTA
Pasqua è uno dei momenti dell’anno più importanti per Caltanissetta, che durante la Settimana Santa, è pervasa da un’atmosfera di fede che coinvolge tutti. Gli appuntamenti più suggestivi si svolgono il Giovedì Santo, quando le Vare con 16 statue lignee maestose, che rappresentano le fasi della passione e della morte di Cristo, vengono trasportate in spalla dai fedeli, e la processione del Cristo Nero il Venerdì Santo. Il Cristo Nero ha il grande potere di fermare letteralmente la città nelle tre ore in cui, lasciato il Santuario del Signore della Città dove viene custodito da sempre, si mostra al popolo implorante. Processione davvero seria e toccante, nata e cresciuta nella parte più antica della città (da San Francesco alla Saccara, attraversando i corsi principali) dove si snoda un corteo lungo e solenne seguito da una moltitudine di fedeli a piedi scalzi, gente che ha fatto voti o ha ricevuto la grazia da un minuscolo e prezioso Crocifisso per il quale i nisseni nutrono una profonda venerazione, mai scalfita dal tempo.

PASHKET, LA PASQUA BIZANTINA DI PIANA DEGLI ALBANESI
Particolari i riti pasquali di Piana degli Albanesi (Pa), dove si parla ancora la lingua degli antichi fondatori provenienti dall’Albania e si celebra la Pasqua con il rito greco ortodosso. La Settimana Santa di Piana degli Albanesi (Java e Madhe) comprendone una serie di celebrazioni, in modo particolare nella cattedrale di San Demetrio Megalomartire. La Pasqua Albanese (Pashkët Arbëreshe) di Sicilia, per la complessità dei riti, la sontuosità e la raffinatezza dei paramenti sacri e degli abiti femminili, le manifestazioni folcloristiche, costituisce la ricorrenza centrale della comunità albanese dell’isola, dalla cui data dipendono le altre feste; occasione in cui ogni arbëreshë ritrova le proprie radici, consapevole del valore del patrimonio religioso e culturale della comunità d’appartenenza. Il solenne pontificale si conclude con uno splendido e folto corteo di donne in sontuosi costumi tradizionali albanesi, che, dopo aver partecipato ai sacri e solenni riti, sfila per il Corso Kastriota raggiungendo la piazza principale. Al termine del corteo, in un tripudio di canti e colori, viene impartita dai papàdhes la benedizione (bekimi), seguita dalla distribuzione al popolo e ai turisti delle uova rosse (vet të kuq), simbolo della passione di Cristo, della nascita e della resurrezione.

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