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Piana degli Albanesi e le sue secolari tradizioni pasquali, il programma

domenica 25 Marzo 2018

La nostra passeggiata di oggi ci conduce a Hora e Arbëreshëvet, per scoprirne le secolari tradizioni pasquali. La Chiesa di Piana degli Albanesi professa il rito greco-bizantino e la celebrazione della sua Settimana Santa (Java e Madhe) attrae ogni anno tantissimi turisti italiani e stranieri. Andiamo al programma.

25 marzo, Domenica delle Palme
Uno dei simboli della Pasqua di Piana degli Albanesi è il tradizionale corteo della domenica delle Palme (Rromollidhet) per ricordare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. L’Eparca, Giorgio Demetrio Gallaro, su di un asinello, ripercorre le vie del paese dopo aver dato la benedizione alle palme presso la chiesa di San Nicola; insieme a lui un folto gruppo di donne e uomini in abiti tradizionali e naturalmente tutti i fedeli. Il corteo si conclude presso la Cattedrale di San Demetrio, dove viene celebrata la Divina Liturgia. Ha inizio così la Settimana Santa di Piana degli Albanesi.

28 marzo, Mercoledì Santo
Quest’anno, una delle novità della Settimana Santa di Piana degli Albanesi è la presenza dell’orchestra Ebersbach di Stoccarda, che rappresenta un’unicità nel suo genere. Composta da 25 fisarmonicisti, ha partecipato a festival internazionali, ottenendo numerosi riconoscimenti. In occasione della Pasqua, l’orchestra eseguirà brani di musica classica, contemporanea e famose colonne sonore, oltre ad alcuni brani originali del musicista siciliano Pier Paolo Petta che condividerà con l’orchestra il palcoscenico per uno spettacolo di grande impatto. L’evento avrà luogo alle 16.30 presso il teatro Diocesano di Piana degli Albanesi.

29 marzo, Giovedì Santo
Particolarmente suggestivo, è il rito della Lavanda dei Piedi dove il Vescovo, non indossando i ricchi paramenti bizantini in quanto personificazione di Cristo, lava i piedi ai sacerdoti.

30 marzo, Venerdì Santo
La giornata del Venerdì Santo, che si apre, alle 10,30, con la celebrazione del Vespro della Deposizione e, nel pomeriggio, con l’Ufficio dell’Epitafios Thirinos, culmina nella grande processione della sera per le vie del paese, a partire dalle 20.30. Il corteo, molto sentito e partecipato, prevede canti funebri accompagnati da strumenti in legno di origine bizantina che accompagnano il momento drammatico della morte di Cristo.

31 marzo, Sabato Santo
Nella notte di Sabato, con i ceri accesi, ci si avvia in processione verso il sagrato della Cattedrale. Nel trovare la porta serrata, si sentirà il Papàs intimare alle potenze oscure di non ostacolare l’ingresso del corteo. Le voci, che giungono dall’interno e rappresentano il maligno, vinte dalla forza di Dio non potranno impedire che la porta si spalanchi e che il corteo entri in chiesa intonando “Cristo è risorto”, in greco “Christós anésti” e in albanese “Krishti u Ngjall“. Al termine della Divina Liturgia, con la chiesa illuminata a festa, il canto dell’Anástasis (Resurrezione) riecheggerà in tutto il paese.

1 aprile, Domenica di Pasqua

Nella Santa Domenica di Pasqua, Pashkët, il Santo Velo, reliquiario tradizionale ricamato, verrà esposto ai fedeli che, alle 10,30, parteciperanno alla Divina liturgia di San Giovanni Crisostomo. La Settimana Santa si concluderà con il Pontificale della Domenica di Pasqua, celebrato dal Vescovo e dai Sacerdoti dell’Eparchia, vestiti con antichi paramenti, che è il momento dedicato ai canti e alle preghiere. Il Vescovo celebra il rito sulla “sacra mensa” che, secondo l’uso greco, si innalza al centro dell’abside. La particolarità di questo rito è la lingua utilizzata: alle preghiere in greco, i fedeli rispondono coralmente in greco e intonano canti paleo bizantini per celebrare la resurrezione di Cristo. Segue la proclamazione del Vangelo in varie lingue.

Dopo il Pontificale della domenica di Pasqua, è il momento della sfilata delle donne in costumi tradizionali. Circa 300 donne indossano i tipici costumi arbëreshë del ‘400 e sfilano per il corso Giorgio Kastriota in direzione della piazza principale. Gli abiti – un vero e proprio tripudio di colori – sono unici nel loro genere e catturano l’attenzione degli spettatori, tale è la loro bellezza e originalità. Ogni pezzo ha la sua particolarità: c’è la cintura, i fiocchi, il velo, il copricapo, il tutto realizzato con materiali di alto livello e con lavorazioni artigianali. Il colore più diffuso è il rosso, seguito dal verde e dal viola. Da un recente censimento risulta che a Piana degli Albanesi esistono circa 800 vestiti, 500 dei quali vengono indossati a Pasqua. Al termine del corteo, viene impartita la benedizione e successivamente vengono distribuite le uova rosse.

Le uova rosse rappresentano una tradizione secolare di Piana degli Albanesi e più in generale di tutte le comunità orientali di rito greco-bizantino e ortodosso. Il loro significato è profondo: esse esprimono la vita, la fertilità e la Resurrezione del Cristo. Preparate il Sabato Santo dalle famiglie del paese, vengono distribuite ai fedeli e ai turisti la domenica di Pasqua, dopo la sfilata degli abiti e sono anche utilizzate per decorare i Panaret, ovvero i Pani di Pasqua.

A conclusione della intensa giornata di Pasqua, non mancheranno i momenti di divertimento e relax al Teatro Diocesano di Piana. Diversi i gruppi siciliani arbëreshë che prenderanno parte all’evento, in programma: si parte con i “Maarmagia”, dai suoni tipicamente blues e rock and roll, ai quali seguiranno “Gli Astici della Grotta”, che coinvolgeranno il pubblico con il loro repertorio cantautorale italiano dagli anni 70 fino a oggi. Uno spettacolo che costituirà la conclusione di una settimana pregna di tradizioni, storia, cultura, il tutto vissuto con totale entusiasmo dalla comunità.

La Pasqua è la festa centrale della nostra fede – dice S.E. Giorgio Demetrio Gallaro, Vescovo dell’Eparchiala festa delle feste, la celebrazione della nostra fede in Cristo crocifisso e risorto per la nostra salvezza. E nei nostri paesi, in cui è viva la tradizione bizantina, le celebrazioni liturgiche della nostra fede nel Mistero della Pasqua colgono e fanno emergere in maniera luminosa la grande vittoria di Cristo sulla morte che ha procurato a noi il perdono dei nostri peccati e l’apertura del Regno dei cieli”.

L’obiettivo – sostiene Rosario Petta, sindaco di Piana degli Albanesiè veicolare la nostra Pasqua, elevarne il significato e potenziarne il messaggio per portarla sotto gli occhi del visitatore, del viaggiatore e del turista e far sì che riconosca in essa l’essenza religiosa di Piana degli Albanesi. Vogliamo tramandare, in tutta la loro solennità, la cultura, la tradizione, i colori e gli odori che inondano il periodo della Settimana Santa. Piana degli Albanesi ha una intrinseca vocazione all’accoglienza e vuole diventare sempre più fulcro di interesse e coinvolgimento anche oltre i confini territoriali. La proliferazione di strutture ricettive, l’adeguata motivazione all’accoglienza del turista, l’affermazione di un comparto di ristorazione locale e la nascita di nuovi progetti culturali sono elementi concreti che, a supporto dell’attività amministrativa, offriranno qualità al turismo e accresceranno il nostro patrimonio culturale e identitario“.

La bellezza dei nostri abiti, simbolo di convivenza e di sopravvivenza della cultura e della storia che ci precede – aggiunge Simona Scalia, assessore al Turismo di Pianaè una eredità tramandata e curata con grande senso di rispetto. I tradizionali abiti, utilizzati originariamente come vestiario quotidiano, di ricorrenza o nuziale, sono oggi indossati come vero e proprio segno distintivo, lustro, orgoglio e appartenenza. Nello specifico la sfilata della Domenica di Pasqua è il frangente in cui protagonisti principali sono il nostro abito ricamato d’oro, i gioielli unici che lo adornano e l’atmosfera sacra e solenne che si respira“.

La storica “Settimana Santa” di Piana degli Albanesi ha appena ottenuto, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il prestigioso inserimento nel programma delle manifestazioni che fanno parte di “Palermo, Capitale Italiana della Cultura 2018” visto il “valore storico, culturale, artistico, e turistico della Pasqua di Piana degli Albanesi”.

Chiudiamo con l’inno di Christos Anesti, cantato in occasione della Pasqua che celebra il momento della risurrezione di Cristo: “Christòs anèsti ek nekròn, thanàto thànaton patìsas. Kiè tìs en tìs mnìmasi zoìn charisàmenos. Krishti u ngjallë nga të vdekruit, me vdekjen shkeli vdekjen ethe atyre çë ishin ndër varret jetën i dha. Cristo è risorto dai morti e con la sua morte ha calpestato la morte, dando la vita ai giacenti nei sepolcri“.

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