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Piano rifiuti: un albo unico per assumere tutti i precari del settore

martedì 19 Giugno 2018
operatori ecologici rifiuti

Un albo unico per assumere tutti i precari che hanno svolto almeno 36 mesi di lavoro continuativi nel settore della raccolta dei rifiuti in Sicilia prima del 31 dicembre 2009. E’ questo uno dei provvedimenti del Piano rifiuti col quale il governo regionale intende sanare la posizione di circa 11.500 lavoratori entrati negli anni, direttamente o indirettamente, nella galassia nel sistema regionale. Nel calderone, infatti, entrerebbero non solo coloro che sono stati assunti senza concorso, ma anche i dipendenti delle società private che hanno svolto il servizio nei comuni attraverso gare d’appalto.

Operazione fortemente contestata dal M5S che proprio nei giorni scorsi con una conferenza stampa ha sollecitato il governo ad accelerare i tempi presentando un proprio disegno di legge. “Non si può fare un unico albo che contenga tutti indiscriminatamente i soggetti che hanno partecipato a qualunque titolo nella gestione dei rifiuti – spiega Giampiero Trizzino, deputato regionale pentastellato e componente della Commissione ambiente dell’Ars – dalle Srr agli Ato alle ditte, ma non per una questione di mancanza di volontà politica, ma perchè ci sono delle sentenze della Corte di Cassazione che hanno chiuse le porte ad alcune categorie mantenendo delle altre. Per cui nel ragionamento che deve fare il governo bisogna tenero conte di queste cose altrimenti la legge verrà impugnata”.

Il riferimento è alla pronuncia dei giudici di ultimi grado che hanno confermato il licenziamento nel 2013 dei 180 lavoratori del Coinres (Consorzio intercomunale rifiuti, energia, servizi dell’Ato Palermo 4), perchè assunti per chiamata diretta da una società di lavoro interinale, la Temporary. “L’unica strada – secondo Trizzino – è quella dei concorsi ad evidenza pubblica e con le norme transitorie si provano a recuperare quelle persone che hanno precedentemente lavorato, ma secondo un ordine che comunque garantisce il fatto che la legge non venga impugnata, perchè altrimenti diventa un’altra forma di clientela. Questi lavoratori verranno ingannati, perchè è una norma che nasce già morta”.

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