L’educazione di qualità e la scuola come centro della comunità sono l’antidoto per la povertà educativa, contro la solitudine delle periferie e per affrontare esperienze come il lockdown.
È quanto emerge dal progetto nazionale FA.C.E – Farsi Comunità educanti, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo di contrasto alla povertà educativa, giunto al secondo anno di età. Il progetto è affidato alla capofila Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, che porta con sé l’esperienza educativa di Reggio Emilia.
Partendo da servizi integrativi per nidi e scuole d’infanzia, FA.C.E. coinvolge dal 2018 quattro contesti difficili sul territorio nazionale a Napoli, Palermo, Reggio Emilia e Teramo per costruire, grazie ad una educazione di qualità, luoghi, reti e legami che rafforzino le comunità. Oltre 2 mila i partecipanti e ora si sta lavorando per la ripartenza in autunno.
A Palermo, il progetto ha operato nel quartiere Sperone-Brancaccio, territorio ad altà dispersione scolastica, all’interno dell’istituto comprensivo “Sperone-Pertini”, vittima di tre raid durante i mesi del lockdown.
«Il progetto FA.C.E., anche in mesi difficili, segnati dal lockdown e da tre raid contro l’I.C.S. Sperone-Pertini (la cui interpretazione è al vaglio degli inquirenti) – dice la dirigente scolastica Antonella Di Bartolo, coordinatrice territoriale del progetto “FA.C.E.” – ha contribuito a rinsaldare il legame di fiducia con le famiglie e il quartiere. A due anni dall’inizio del progetto, il bilancio è del tutto positivo e ci proietta con slancio verso la terza annualità e soprattutto ci induce a pensare alla sostenibilità futura».
«La scuola non si è mai fermata, superando i momenti bui, e riaffermandosi come bene comune, come luogo di dialogo e di partecipazione e come servizio al territorio – continua Di Bartolo – al centro della comunità educante che costruiamo tutti insieme, giorno dopo giorno, ci sono i bambini e le bambine: a partire dai loro saperi, dai loro vissuti e dai loro immaginari, e insieme a loro, diamo senso, significato e orientamento al nostro presente e al nostro futuro».
A Palermo continua la Social Community su Facebook “Ben-Essere di Comunità” per genitori, bambini e insegnanti: oltre 100 i genitori e i professionisti iscritti
I legami nati nei primi due anni hanno dimostrato di essere saldi e di reggere e superare la prova del lockdown. Le attività si sono trasferite on line, proponendosi in diverse modalità e diventando punti di contatto importanti per i genitori, che hanno trovato supporto anche riguardo i temi della pandemia, potendo consultare on line gli esperti legati ai progetti. Soprattutto per le famiglie è stato importante poter mantenere i contatti con il personale scolastico, i pediatri, gli psicologi, le ostetriche e gli esperti, oltre ad essere sostenuti nella quarantena con i bambini di una fascia d’età così delicata come lo 0-6.
In particolare a Palermo, durante il lockdown l’I.C.S. Sperone Pertini ha riorganizzato il gruppo chiuso su Facebook Ben-essere di Comunità in una Social Community in grado di fornire gratuitamente consigli e informazioni alle famiglie del territorio. Con la disponibilità di professionisti in ambito psico-sociale, educativo e sanitario, le famiglie hanno potuto contare su un aiuto competente e una rete informativa diffusa e aggiornata. La Social Community, seguita con successo da oltre cento genitori, sta proseguendo la sua attività.
«La parola chiave è ‘fiducia’ – commenta la presidente di Fondazione Reggio Children Carla Rinaldi – In questi due anni sono state costruite relazioni di fiducia tra bambini, genitori, famiglie, nidi e scuole d’infanzia, istituzioni, territori. Così ci si educa insieme e la scuola diventa un riferimento per la comunità. Queste relazioni hanno permesso di affrontare meglio anche il lockdown e continueranno a crescere in futuro».
La ricchezza educativa: qualità, non quantità
Il progetto “FA.C.E. – Farsi comunità educanti” è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nato da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo, con l’obiettivo di ampliare i servizi educativi e di cura per la fascia 0-6, nonché contribuire a una ridefinizione delle politiche educative e alla costruzione di una comunità educante.
«Cos’è la povertà educativa? – spiega Carla Rinaldi – Certo la mancanza di istruzione scolastica, spesso connessa a un disagio sociale ed economico, ma non è tutto qui. Cosa è la ricchezza educativa? Certo non solo la disponibilità di beni e di tecnologia. La ricchezza educativa non è quantità, è l’educazione di qualità. Quella che, con la scuola, coinvolge famiglia, istituzioni, società civile. L’educazione di qualità è aiutare le persone a costruire il senso della vita in relazione agli altri, in reciprocità e interdipendenza. A diventare responsabili di queste relazioni, averne cura, svilupparle in direzioni costruite insieme».