Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dei Docenti di Trasporti e di Costruzioni di Strade, Ferrovie e Aeroporti delle Università Siciliane
Che il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza presentasse forse l’ultima opportunità di scelte strategiche in tema di infrastrutture per la mobilità nel Meridione è stato subito evidente, così da determinare, per la prima volta, la volontà di tutti i professori ordinari di Trasporti e di quelli di Costruzione di Strade, Ferrovie ed Aeroporti delle Università degli Studi di Sicilia e Calabria a prendere una chiara posizione unitaria, definendo un documento che, attraverso i risultati delle proprie ricerche, evidenziasse “i tre interventi” che non dovrebbero mancare nel PNRR.
Dopo avere mandato tale documento a tutti i possibili decisori sia regionali che nazionali e dopo avere organizzato diversi webinar di approfondimento sulle ragioni delle proposte e sulla necessità del loro inserimento tra gli interventi del PNRR, constatiamo che non si è avuto alcun concreto riscontro nella stesura finale che è stata inviata ed approvata da Bruxelles.
Purtroppo, l’attuazione di quanto previsto in quel documento determinerà il definitivo isolamento della Sicilia e di buona parte del Meridione che si troverebbero marginalizzata nella prospettiva di una moderna mobilità e rispetto ai flussi delle merci che attraversano il Mediterraneo. Con buona pace per coloro che, alimentando il dibattito sull’attraversamento dello stretto di Messina, finiscono con il distogliere l’attenzione sulla gravità della situazione delle scelte fatte per la mobilità da e per l’Isola.
E’ questo il nostro accalorato grido di allarme, nella qualità di docenti e ricercatori del settore.
Nel PNRR la Missione 3 destinata ai trasporti concentra i propri interventi infrastrutturali su due elementi definiti essenziali per la ripresa: il sistema ferroviario ad alta velocità e quello destinato alle strutture logistiche per il trasporto delle merci. Gli obiettivi, chiari e assolutamente condivisi, sono quelli di garantire un trasporto veloce ferroviario in grado di assicurare un sistema valido e competitivo al mezzo stradale e strutture logistiche capaci di dare forza e competitività ad un Paese che si propaga nel Mediterraneo sino a giungere al suo centro con la Sicilia.
Purtroppo però, come spesso capita, i risultati che seguono alle dichiarazioni di principio sono ben lontani delle premesse.
Per quanto riguarda la logistica la strategia del PNRR è tutta concentrata a potenziare i due porti di Trieste e Genova che, di fatto, cancellano il ruolo della Sicilia più volte enfatizzato come possibile “piattaforma logistica del Mediterraneo”. Nulla viene detto e soprattutto speso sul sistema dei porti di Augusta, di cui viene ancora una volta rinviato il problema della bonifica dei fondali, e di Gioia Tauro. Il PNRR sancisce definitivamente quello che sarà il sistema portuale per la ripresa dei traffici provenienti dal canale di Suez con destinazione l’Europa, lasciando la Sicilia ed il Meridione definitivamente fuori da questo sistema.
Sulla mobilità all’interno dell’isola, il PNRR indica come interventi per il sistema ferroviario quelli già finanziati e destinati al raddoppio ferroviario della linea da Catania ad Enna, indicati come interventi di linea ad alta velocità ed alta capacità, che dovrebbero cambiare totalmente il sistema delle relazioni tra i due capoluoghi di Provincia e, come previsto dall’ultimo aggiornamento al Piano Regionale dei Trasporti, di tutta la mobilità interna dell’isola.
In effetti la linea ferroviaria Palermo – Catania , oltre che essere ben lontana da qualsiasi tipologia di alta “velocità”, atteso che percorrerà, quando verrà completata, i circa 250 km di distanza in poco più di due ore, il suo inserimento nel PNRR è una mera operazione finanziaria potendo rendicontare da subito interventi già finanziati.
Ma la vera “beffa” si potrebbe avere con la successiva attuazione dei contenuti del Piano Regionale che, forte di un asse ferroviario “ad alta velocità ridotta” come la Palermo – Catania – Messina, potrebbe apprestarsi ad avviare con la definizione del nuovo assetto del trasporto pubblico locale. Tutto questo mentre sono tutti concentrati e distratti dal dibattito sull’attraversamento stabile dello stretto.
Rispetto alla terza nostra proposta per la trasformazione in smart roads degli assi stradali principali facenti parte della rete TERN di Sicilia e Calabria, solo una modesta quantità di risorse è destinata nel PNRR alla digitalizzazione delle infrastrutture stradali, limitatamente al monitoraggio strutturale di viadotti e gallerie. Risorse destinate, tra l’altro, principalmente alle autostrade dell’Italia centrale. In tale prospettiva la Sicilia verrà, ancora una volta, marginalizzata nelle opportunità di mobilità intelligente e di sviluppo tecnologico connesso all’abilitazione delle tecnologie e servizi C-ITS, poiché anche gli interventi previsti autonomamente da ANAS su A18 e tangenziale di Catania, copriranno solo parti discontinue della rete non garantendo l’indispensabile continuità dei servizi.
In sintesi, se il PNRR dovesse essere realizzato in questo modo i Siciliani si troveranno fuori dal sistema logistico Nazionale, con una linea ferroviaria “post borbonica”, vecchia prima di nascere, fuori dalle strutture funzionali alla logistica delle merci che attraversano il Mediterraneo e con infrastrutture stradali solo curate nei dissesti più gravi, ma non adeguate al futuro sviluppo digitale, mentre la politica continua a discutere per la realizzazione del ponte dei desideri.
I FIRMATARI
Gaetano Bosurgi, Università di Messina
Salvatore Damiano Cafiso, Università di Catania
Anna Granà, Università di Palermo
Massimo Di Gangi, Università di Messina
Demetrio C. Festa, (fuori ruolo) Università della Calabria
Matteo Ignaccolo, Università di Catania
Marco Migliore, Università di Palermo
Francesco Russo, Università Mediterranea di Reggio Calabria
Giovanni Tesoriere, Università Kore di Enna