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Raccolti distrutti sulle Madonie: invasione di daini e cinghiali | VIDEO

martedì 14 Aprile 2020

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“Terza guerra mondiale tra Coronavirus e invasione di daini e cinghiali. Questo è il mio pensiero, un ragazzo di 26 anni che ha deciso con tanto orgoglio e determinazione di non prendere una valigia e andare via dal proprio territorio,ma di restare e continuare l’opera che da 3 generazione i suoi avi portano avanti, ovvero quello di continuare con la produzione agricola e la trasformazione lattiero caseario.”. 

Inizia così lo sfogo del giovane Paolo Cirrito, di Collesano (PA) nelle Madonie.

“Oggi in Sicilia e principalmente sulle Madonie – racconta – si vive la terza guerra mondiale causata dal coronavirus e dall’invasione dei daini e dei cinghiali, i danni che stanno causando sono in calcolabili, oggi aziende che hanno seminato decine e decine di ettari di terra si ritrovano con danni di migliaia di euro per causa di invasione di daini e cinghiali. Per seminare un ettaro di terra ci vogliono circa 500 euro nella speranza di raccogliere intorno a 1.000 euro a ettaro con la produzione di grano e paglia, invece con la presenza di questa fauna selvatica ( importati dalla regione siciliana azienda forestale)non è più possibile raccogliere quanto previsto.

Fino ad ora si sperava nel risarcimento danni attraverso l’Ente Parco, ma anche questo risulta essere un bluff perché dicono di non avere fondi e quindi non possono pagare quello che chiamano indennizzo, non risarcimento danni, ma c’è ancor di più, giusto per fare un esempio a me personalmente su trenta ettari di terreno parti seminati a grano e parti a veccia da granella per l’anno 2016/2017 mi hanno stanziato intorno a 3.500 € contro i 30.000 che avrei dovuto incassare, ricevuti dopo tre anni.

invasione daini e cinghiali

Vorrei inoltre fare un’altra precisazione che se per disgrazia gli animali dei proprietari confinanti a causa sempre delle recinzioni distrutte da questa fauna selvatica dovessero entrare nei terreni della forestale, vengono le guardie e ti denunciano per pascolo abusivo e poi in giudizio condannato penalmente e con verbali abbastanza onerosi. Io mi sono rivolto diverse volte a manifestare la volontà di fare denuncia per pasco abusivo contro questi animali, e mi è stato sempre sconsigliato dai miei interlocutori perché dicono che di queste denunce in Procura ce ne sono a centinaia e i magistrati non li tengono nemmeno in considerazione, e mi chiedo è giusto tutto questo?

A questo punto non sarebbe giusto pagare l’intero danno e nel medesimo tempo aprire la caccia in modo da contenere questa invasione? Ad oggi l’imprenditore agricolo non vuole soldi, né dallo Stato né tanto meno dalla Regione; l’unica cosa che vorrebbe è solo quella di vedere le proprie terre produrre come sarebbe di giusto che sia. 

Che tutto questo faccia riflettere a chi di dovere – conclude – non solo per garantire le aziende già esistenti, ma anche e soprattutto per dare la possibilità a molti giovani che come me hanno deciso di non fare una valigia… ma di restare a raccogliere nel proprio territorio ciò che la madre terra ci stia offrendo”.

 

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