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Ugl, Condorelli: “Il Sud è sempre più in difficoltà rispetto al Nord”

mercoledì 25 Novembre 2020

Nella giornata di martedì 24 novembre è stato presentato il rapporto dello Svimez  2020 i cui dati sul Mezzogiorno mettono in evidenza come la pandemia abbia aumentato le diseguaglianze in Italia  tra Nord e Sud.

Rileviamo dai dati che il  Sud è sempre più in difficoltà rispetto a Nord lo era già da prima – dichiara Giovanni Condorelli–  ma la pandemia ha evidenziato un forte arretramento in tutti i settori economici e produttivi del Sud“.

La profonda crisi sanitaria della prima fase al Sud si è tradotta in emergenza sociale dove il tessuto produttivo partiva già in netto ritardo rispetto al Nord” ha aggiunto il Segretario Confederale con delega per il Mezzogiorno.

I dati ci dicono che ogni mese di lockdown è costato 48 miliardi di cui oltre 37 al centro Nord con una perdita del Pil del 3,2% e quasi 10 nel Mezzogiorno con una perdita di Pil del 2,8%.

Sempre i dati dello Svimez dicono che il Pil del Mezzogiorno a fine 2020 sarà di 18 punti percentuali meno rispetto al 2007.

La pandemia –afferma Condorelli– ha avuto un impatto devastante sull’occupazione al sud ,con una perdita prevista di circa 280 mila posti condivisibile l’affermazione  che al Sud la sanità era già zona rossa prima ancora della pandemia”.

Arretra ancora di più l’occupazione femminile al sud ed i giovani continuano a non trovare lavoro e anche a non cercarlo più.

Rispetto al 2008 l’occupazione giovanile si è ridotta di 573 mila unità mentre cresce l’occupazione degli over 50.

In una situazione d’emergenza i prossimi anni non possono non contemplare un piano di rilancio e di investimenti, la legge di bilancio per il 2021 ci dirà se effettivamente gli annunci troveranno nella realtà la svolta e l’opportunità che questa tragedia che stiamo ancora vivendo possa rappresentare per la rinascita dell’Italia“.

Sta alla politica tutta la capacità -conclude Condorellidi disegnare l’Italia dei prossimi anni partendo dalla consapevolezza di non ripetere errori e politiche sociali che hanno visto pagare il prezzo più alto a più di 50 mila cittadini a cui va il nostro pensiero”.

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