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Regione siciliana, la Lega entra nel governo Musumeci con i Beni culturali

martedì 12 Maggio 2020
Stefano Candiani

Trovato l’accordo fra le forze del centrodestra sulla nuova composizione della Giunta di governo alla Regione Siciliana.

Dalla riunione di oggi è arrivata fumata bianca sulle deleghe da assegnare. I beni culturali andranno già da subito alla Lega, con la delega che fu del compianto Sebastiano Tusa. E’ stata questa l’unica via d’uscita per adesso per superare l’impasse e spianare la strada all’ingresso nel governo del partito di Salvini, che pure avrebbe preferito l’assessorato all’Agricoltura e che adesso potrebbe dire la sua sui dirigenti dei dipartimenti.

Eppure il vertice non era iniziato nel migliore dei modi, con tensioni stamattina fra i salviniani, rappresentati dal segretario regionale Stefano Candiani, e Forza Italia, presente alla riunione di maggioranza con il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè. Dopo le prime schermaglie, però, gli animi si sarebbero rasserenati e pare che prima di andare tutti in pausa pranzo si sia quasi trovata la quadra per sciogliere una matassa che alla vigilia sembrava molto intricata.

Il vertice di maggioranza, presieduto dal governatore Nello Musumeci, è poi ricominciato poco dopo il break e pare che, almeno in questa fase, non ci saranno particolari sconvolgimenti nell’assetto della giunta regionale.

Con questo unico innesto ai Beni culturali, per qualche mese l’assetto della giunta Musumeci potrebbe non mutare, ma in futuro le geometrie di Palazzo dei Normanni potrebbero ulteriormente dare segnali al governo. Non è un mistero, infatti, che molta parte del centrodestra non veda di buon occhio il forte peso politico (e di poltrone) del gruppo Popolari e Autonomisti, nel quale confluiscono varie aree centriste, fra cui quella dell’ex presidente Raffaele Lombardo e dell’ex ministro Saverio Romano.

La Lega: “Entriamo nel governo per imprimere una svolta”

“Il nostro ingresso – ha sottolineato il segretario Candiani – ha un forte senso politico, perché intendiamo imprimere una svolta nella direzione della sburocratizzazione della macchina regionale, attraverso l’Assessorato, ma anche in tutte le questioni amministrative che si porranno. Se nella visione di qualcuno, l’ingresso della Lega nell’esecutivo poteva rappresentare il pretesto per scompigliare le carte del governo regionale in un momento così delicato per la Sicilia, la Lega ha chiarito che la priorità è, invece, affrontare le questioni che stanno a cuore ai cittadini, specie in un momento così difficile dovuto agli effetti provocati a tutti i livelli dal covid19. Una priorità che abbiamo posto a tutta la maggioranza, che ha mostrato di condividere con grande senso di responsabilità, apprezzando invece come l’ingresso della Lega rappresenti una spinta per l’attività dell’intera giunta regionale. Esistono urgenze ed emergenze che la Sicilia aspetta e non possiamo permetterci di perdere tempo in giochetti che non appartengono alla nostra cultura politica”.

“Mi preme sottolineare – ha concluso Candiani – che durante il vertice si è parlato per almeno tre ore di programmi e di questioni amministrative e solamente un’ora delle responsabilità da assumere nella Giunta. Nel momento in cui ci sono questioni che possono creare impasse o altri blocchi, a noi interessa imprimere una spinta alla Regione Siciliana. Questa è la Lega Salvini Premier”.

“E’ stata – afferma il presidente Nello Musumeci – un’intensa giornata di lavoro, conclusasi con la disponibilità della Lega, a entrare in Giunta, su mia richiesta: ne sono felice perché mi è stata vicina fin dalla mia candidatura. Sono certo che, adesso, il centrodestra al completo saprà dare ulteriore impulso alle grandi riforme, in un rapporto sempre più sinergico tra governo e Assemblea regionale, comprese le forze dell’opposizione che vorranno essere propositive”.

Il presidente dell’Assemblea siciliana e leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè  ha dichiarato: “Sono contento che la Lega sia entrata nel governo Musumeci, spero che l’assessore ai Beni culturali, chiunque esso sarà, abbia il coraggio, e ne sono certo, di imprimere una svolta amministrativa, partendo dalle Sovrintendenze: ci sono 18 mila pratiche ferme. Vanno sbloccate di colpo, salvo verifiche successive. Valgono qualcosa come 3 punti di Pil, e in un momento in cui la Sicilia rischia di perdere 10 punti, mandando in fumo 7 miliardi di euro, non possiamo permetterci di stare fermi: serve un shock”.

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