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Rifiuti: muro delle opposizioni all’Ars, riforma a rischio

giovedì 31 Ottobre 2019
rifiuti

Una maggioranza “stretta” che cerca di trovare la quadra su una riforma  – probabilmente la prima di alto livello – per il governo Musumeci che rischia di non attraccare in porto. Stiamo parlando della riforma rifiuti. Un decreto legge tanto sbandierato dal governatore ma che sta avendo numerose frizioni da parte dell’opposizione a palazzo dei Normanni ma anche da qualche frangia della maggioranza. Se tutto questo che sta accadendo è anche per dei diktat che arrivano da Roma e dal governo giallo-rosso è difficile decifrare al momento.

Ma potrebbero esserci degli elementi che aiutano a capire la situazione che si è venuta a creare a Sala d’Ercole. Come già scritto ieri, in Aula, doveva arrivare questo ddl ma così non è stato. Una seduta lampo che è la fotografia dello scontro tra governo ed opposizione che dura da settimane. Dei 700 emendamenti, 40 sono quelli governativi, la riforma proposta in Aula rientra dritta in Commissione.

Un centinaio di questi emendamenti sono stati creati da pezzi della maggioranza, il restante sono stati inseriti dall’opposizione. Se solo il governatore avesse una maggioranza bulgara all’interno di Sala d’Ercole in pochi giorni i lavori terminerebbero, portando a casa questa ‘benedetta’ legge sui rifiuti. Quindi il governo ha bisogno di pezze per colmare i buchi che sono presenti a Palazzo dei Normanni. E le pezze le inizia a mettere il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè nelle stanze di Palazzo dei Normanni tentando una mediazione attraverso singoli incontri e immedesimandosi da ponte per la realizzazione di questo ddl. Ma anche il governatore Nello Musumeci fa la sua parte. Quindi, chiama tutti a raccolta attraverso una riunione dei capigruppo che si riunirà martedì prossimo alle 15; prima della seduta dell’Ars convocata formalmente per le 16. Sempre che non ci siano ennesimi intoppi.

Ma c’è chi già alza le barriere e dice di non essere presente alla riunione. Come il Movimento 5 stelle che proprio ieri attraverso una nota ha voluto ribadire la sua posizione nei confronti di questa norma che affronta la materia sui rifiuti.

Il M5s all’Ars non prenderà parte all’incontro convocato da Musumeci all’Ars per martedì prossimo sul tema del ddl rifiuti.  Apprezziamo l’invito di Musumeci ma non possiamo che rifiutarlo,  visto che tale invito è tardivo, arrivato dopo che il ddl è stato incardinato in aula ed è già scaduto il temine per gli emendamenti.  Per noi la sede naturale della discussione resta l’aula, oppure la commissione Ambiente, qualora dovesse essere accolta la nostra proposta di rinvio in commissione del ddl che formalizzeremo nel corso della seduta a sala d’Ercole di martedì”.

Non da meno il Pd che con il suo capogruppo, Giuseppe Lupo tiene a precisare che: “In questi mesi abbiamo dimostrato la piena disponibilità al confronto sulla ‘riforma dei rifiuti’ con la nostra partecipazione ai lavori della commissione parlamentare Ambiente, riscontrando l’indisponibilità del governo ad un dialogo costruttivo. Adesso il tentativo del presidente della Regione è tardivo, per noi la sede naturale del confronto sulle riforme è il parlamento”.

Arriva in soccorso del governatore, la deputata dell’Udc, Eleonora Lo Curto che non comprende questo pugno duro da parte dell’opposizione in merito alla riforma e dice: ”Sul nuovo sistema dei rifiuti in Sicilia è stato fatto un ottimo lavoro e in Commissione ambiente dell’Ars anche le opposizioni hanno potuto dare un contributo importante per la stesura definitiva del testo. Trovo, quindi, pretestuose e incomprensibili le polemiche sollevate in queste ore da Pd e Cinquestelle, dopo che il presidente della Regione Musumeci ha chiesto un confronto preventivo con i capigruppo prima dell’inizio dell’esame in aula. La riforma voluta dal governo e dall’assessore Pierobon è di straordinaria rilevanza. Si fa ordine nel settore dei rifiuti recependo anche le criticità sollevate da Anac e Corte dei Conti. Finalmente la Sicilia potrà gestire il ciclo dei rifiuti riducendo costi e abolendo i carrozzoni che finora hanno prodotto debiti e ritardi”.

figucciaMa non la pensa allo stesso modo il suo compagno di partito, Vincenzo Figuccia: “È necessario individuare fin da adesso delle esigenze fondamentali e imprescindibili che partono da due aspetti fondamentali. Il primo: la tutela dei dipendenti amministrativi in capo alle Srr che ad oggi manifestano evidenti dubbi rispetto alle loro tutele occupazionali per il futuro. Il secondo: la condizione di pulizia delle nostre città. A partire dalle grandi aree metropolitane con Palermo in testa, assistiamo a città sporche che hanno bassissime percentuali di raccolta differenziata e che vedono insistere sulla propria testa come nel caso di Palermo, il mostro a due teste della discarica di Bellolampo, un sito altamente tossico e nocivo che va chiuso. Per fare questo la mia proposta è quella di chiedere all’amministrazione di aprirsi a soggetti che vogliono attraverso il mercato privato, farsi portavoce di un sistema di raccolta differenziata che l’amministrazione comunale non è stata in grado di far decollare attraverso l’istallazione in città di impianti di raccolta della plastica. Questo garantirebbe l’opportunità a tanti giovani poter fare impresa creando sviluppo e occupazione e consentirebbe altresì di non ingolfare la discarica ormai stracolma che continua a veder realizzazione vasche su vasche e determinare finalmente una condizione di vivibilità e di pulizia per le nostre strade che continuano da decenni ad essere stracolme di munnizza”.

 

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