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Rifiuti, Musumeci annuncia bando per ‘termoutilizzatore’: “Stop a oligopolio”

giovedì 3 Giugno 2021

Al Palazzo della Regione di Catania, è stato presentato il programma del governo regionale per la politica dei rifiuti in Sicilia, alla luce anche degli obiettivi normativi della cosiddetta economia circolare.

Partendo dalle competenze appartenenti agli enti locali, il presidente Musumeci ha evidenziato i compiti propri dei Comuni in materia di rifiuti, che attengono all’organizzazione e al controllo del servizio di raccolta e della campagna di sensibilizzazione rispetto alla raccolta differenziata, alla determinazione ed esazione della tariffa, ma anche la stipula del contratto di raccolta dei rifiuti, quindi non solo raccolta ma anche smaltimento dei rifiuti.

Le Province, o le Città metropolitane o i liberi Consorzi dei Comuni, sono tenute a monitorare l’attività di gestione delle Srr “Perché i Comuni non operano singolarmente, ma, dice la legge 9 del 2010, si organizzano in società”, ha annunciato il presidente Musumeci all’inizio della conferenza stampa, aggiungendo che compete ad esse anche “L’individuazione delle zone idonee a realizzare impianti, compito- sottolinea Musumeci- delle Province e non della Regione”. Quest’ultima ha invece il compito di “redigere e aggiornare il piano dei rifiuti”.

Abbiamo la necessità di fare chiarezza su un fronte così delicato in cui è forte anche l’interesse della criminalità. Noi dobbiamo redigere il piano, dare le autorizzazioni, di finanziare impianti e a eseguire monitoraggio e controllo. E invece ci troviamo a dovere fare tutto noi, mentre le competenze su raccolta e smaltimento è di Comuni e Province”. Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, a Catania, alla presentazione del piano regionale dei rifiuti per l’Isola con l’assessore al ramo Daniela Baglieri.

L’emergenza rifiuti ultradecennale “è il risultato di una mala politica spregiudicata. Veniamo da 30 anni di mala gestione del settore. Qualcuno dovrebbe emigrare dalla Sicilia, non dovrebbe più farsi vedere”.

Abbiamo trovato una differenziata al 22% – ha aggiunto Musumeci – quattro impianti pubblici che trattava il 29% dei rifiuti e altri 4 privati col 71%. Si è creato un sistema di oligopolio privato che potrebbe, se volesse, fare collassare il sistema. Nello smaltimento – ha ricordato il governatore – abbiamo trovato sei impianti pubblici, quattro dei quali già in esaurimento, e tre privati che avevano il 90% della raccolta. Abbiamo trovato la mancanza di un piano regionale, 10Srr non attive, carenza di impianti. lentezza burocratiche, impianti autorizzati con ordinanza del presidente, 511 discariche esauste non classificate. Nella raccolta differenziata – ha detto ancora – abbiamo trovato una bassa percentuale dei Comuni, scarsa sensibilizzazione dei cittadini, gare d’ambito non avviate. Tanto ci pensa la Regione a coprire le inerzie”.

L’obiettivo è creare i presupposti per uno sviluppo della Sicilia sostenibile. A giorni sarà pubblicato un bando per la realizzazione di un termo utilizzatore “Per realizzare un nuovo impianto in Sicilia ci vogliono cinque anni. Tempi vergognosi dovuti alla burocrazia nazionale e regionale. I termoutilizzatori privati si possono realizzare in tre anni. Tra pochi giorni lanceremo il bando per realizzarne uno, ma il controllo sarà della Regione. E’ un sistema ‘magia rifiuti’ che produce ricchezza: calore e energia. Senza questa soluzione resteremmo in mano all’oligopolio dei privati e della cultura delle discariche”, sottolineando di “non essere stati mai innamorati di questo sistema, ma è la soluzione per liberarci dalle discariche”.

Il governo regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia si è posto come obiettivo, entro il 31 dicembre 2035, di arrivare a un tasso del 65% di riciclo e di portare al massimo al 10% del totale di quelli raccolti da portare in discarica. Tra della realizzazione di un termoutilizzatore ci sono la drastica riduzione dei rifiuti in discarica, il recupero di calore e energia, la riduzione del costo di smaltimento dei rifiuti e dei costi ambientali e l’immunizzazione rispetto alle emergenze rifiuti. In Sicilia, attualmente, ci sono oltre 500 discariche esauste. Tra i contro gli elevati costi di realizzazione degli impianti e di gestione” .

La Regione, sono i dati resi noti, è passata “al 42% di raccolta differenziata, quasi raddoppiata rispetto al 22% del 2017”. “Centossantadue i Comuni siciliani con oltre il 65%di raccolta differenziata – ha aggiunto Musumeci – 268 quelli con oltre il 50% e 57 con meno del 35% nelle tre città di Palermo, Catania e Messina. .

Durante l’incontro con la stampa sono stati presentati altri ‘risultati’ ottenuti dal governo regionale, come tre nuovi impianti pubblici di compostaggio e due nuovi impianti di smaltimento.

“Dobbiamo liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche. Per 30 anni la politica ha lavorato per crearne soltanto di private, e ora i loro titolari dicono di volerle chiudere se non si raddoppia la capienza. I rifiuti non abbiamo dove conferirli. Allora ben vengano uno-due termoutilizzatori, come avviene in 37 parti d’Italia, per produrre energia, calore e denaro. Le discariche sono offesa al buon senso e all’ambiente”. 

“L’emergenza l’affronteremo come è stato fatto negli ultimi 20 anni, con soluzioni che non peseranno sulla tasca dei cittadini – ha aggiunto – se il sistema in Sicilia dovesse arrivare al collasso noi faremo quello che fanno le altre regioni, anche quelle ‘ambientaliste’: venderemo i rifiuti all’estero. Io sarei del parere di rifarci sulle tasche dei politici che hanno creato questo disastro”.

LE OPERE DEL GOVERNO MUSUMECI SUI RIFIUTI:

presentazione rifiuti GIORNALISTI

 

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