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Rifiuti nucleari, coro di No per accoglierli in Sicilia | LE DICHIARAZIONI

martedì 5 Gennaio 2021

Coro di no dalla politica sull’ipotesi di accogliere i rifiuti nucleari in Sicilia, dopo che sono stati individuati quattro siti potenzialmente idonei. I siti si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera. Il dato emerge dalla Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata sul sito Depositonazionale.it.

ALESSANDRO ARICO’ (DIVENTERA’ BELLISSIMA): “PRESENTERO’ UN’INTERPELLANZA URGENTE”

Un’interpellanza urgente all’assessore regionale dell’Energia per avere chiarimenti sulle notizie diffuse da un noto quotidiano nazionale che identifica quattro aree che ricadono nei Comuni siciliani di Trapani, Calatafimi-Segesta, Butera, Castellana Sicula e Petralia Sottana, quali siti idonei allo stoccaggio di rifiuti radioattivi. Ad annunciarla è Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, aggiungendo: «Finora si tratta soltanto dell’individuazione preliminare di alcune aree da parte della SOGIN, società di Stato per il decommissioning nucleare, tuttavia è importante approfondire fin da subito la situazione. Bisogna ribadire immediatamente la tutela della salute dei siciliani, sulla quale il governo Musumeci sarà intransigente ed attento. Alle comunità locali che a seguito di questo annuncio sono entrate in uno stato di fibrillazione diciamo di stare tranquille perché la situazione sarà monitorata e valutata in maniera decisa ed incisiva. A Castellana Sicula, ad esempio, il gruppo consiliare di DiventeràBellissima ha già richiesto una seduta straordinaria di consiglio comunale per discutere della vicenda». «Siamo contro inutili allarmismi- conclude Aricò- ma il principio di tutelare la nostra salute è inderogabile e sarà oggetto di tutte le azioni necessarie affinché sia rispettato e difeso».

FERRANDELLI (+EUROPA):”SPERANZA SI INFORMI PRIMA DI EMETTERE SENTENZE”

Fabrizio Ferrandelli

“Depositi di scorie nucleari su tutto il territorio nazionale tranne che per la la Basilicata perché zona sismica.
Faccio notare al Ministro speranza che la Sicilia è classificata zona 1 ( livello di sismicità più alto) e la Basilicata ( zona 2).
Non sarà che non vuole le scorie in Basilicata perché è il suo collegio elettorale e si mette perfino, da ministro alla salute, contro il suo stesso governo? Ci vuole serietà prima di emettere valutazioni simili !!! – questo l’attacco durissimo del responsabile Mezzogiorno di + Europa Fabrizio Ferrandelli. Possibile che per gli interessi personali c’è sempre un Italia di serie A e una di Serie B? Quali criteri sono stati adottati nella scelta delle aree destinate al deposito di scorie, quali compensazioni previste? Quali pareri sono stati ascoltati? A me risulta NESSUNO! Non si può continuare a mandare avanti un paese in base agli interessi personali e senza una pianificazioni credibile. Musumeci in tutto questo dove sta? Forse sta giocando ancora a tombola con i soldi del piano rifiuti?”

CAROLINA VARCHI (FDI): “FOLLIA”

Per Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia, “E’ una follia la pubblicazione della mappa Sogin nel bel mezzo di una crisi covid non

solo sanitaria ma anche economica e senza neanche un preavviso ai comuni interessati. Generare cosi’ il panico e lo sconcerto tra la popolazione poteva essere iniziativa solo di un Governo che tenta di distrarre l’opinione pubblica e che evidentemente non ha compreso le priorita’. Le modalita’ di pubblicazione e comunicazione su un tema cosi’ delicato, che non a caso ha gia’ richiesto molto tempo, sono un terremoto sociale ed economico grave. I ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente spieghino come mai il nulla osta approvato il 30 dicembre viene pubblicato il giorno prima dell’epifania, tempistica che non crediamo possa essere casuale. Spiace rilevare inoltre che i siti individuati nella nostra Regione siano tutti nella parte occidentale ed in zone palesemente inidonee. Addirittura quattro nel comprensorio delle Madonie e del trapanese denotano la volonta’ di destrutturare l’economia e la vocazione turistica della zona”.

GABRIELLA GIAMMANCO (FORZA ITALIA): “UNA SOLA REGIONE DEL NORD. FARE CHIAREZZA”

Gabriella Giammanco

“Nella Carta delle aree potenzialmente idonee per la realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi l’unica regione del Nord che figura e’ il Piemonte. Sembra quantomeno strano che secondo la Sogin tra le regioni del Settentrione non ve ne siano altre rispondenti ai requisiti richiesti.” Così Gabriella Giammanco, Vicepresidente di Forza Italia in Senato e portavoce azzurra in Sicilia.
“Lo dico senza preconcetti verso il nucleare ma perplessa sulle modalità di individuazione di siti tra cui dovrà essere individuato quello che andrà a ospitare un deposito che potrà arrivare a contenere oltre 70mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Una possibilità questa che, sicuramente, non potrà lasciare indifferenti le comunità locali coinvolte e su cui chiederemo la necessaria chiarezza.” Conclude Giammanco.

ELENA PAGANA (ATTIVA SICILIA): “NO A QUALSIASI IPOTESI”

“Diciamo NO a qualsiasi ipotesi di Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi in Sicilia. Faremo le barricate!
Oltre a rappresentare un pericolo ambientale immane, fiaccherebbe ulteriormente il già martoriato comparto turistico, uno dei pochi settori che muovono l’economia dell’Isola. La Sicilia ha già pagato pesantemente scelte di neocolonialismo, a partire dagli impianti petrolchimici di Augusta, Gela, Milazzo, sino al tentativo di piazzare inceneritori non più collocabili altrove. Non è più accettabile e faremo di tutto per bloccare ulteriori tentativi”, afferma Elena Pagana di Attiva Sicilia.

ELEONORA LO CURTO (UDC): “NO A DEPOSITO DI RIFIUTI NUCLEARI NELLA NOSTRA REGIONE”

Il capogruppo Udc all’Ars, scelta folle che vuole trasformare città ricche di storia e aree protette in terra dei fuochi: “Dal governo Conte un Eleonora Lo Curtocolpo basso nei confronti della Sicilia con un’azione di soppiatto che oggi individua la nostra regione quale sito per il deposito di rifiuti radioattivi. Niente di più grave poteva inaugurare l’anno, dopo mesi di ansie e preoccupazioni a causa della pandemia. La Sicilia non sarà mai una terra dei fuochi come la vorrebbe questo governo che ha fatto elaborare ad una società di Stato, Sogin, la mappa dei siti dove allocare le scorie radioattive. Sono certa che si leverà una protesta di tutti i siciliani per dire no a questa follia. Sono coinvolte quattro aree nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta con i comuni di Trapani, Calatafimi Segesta, Castellana Sicula, Petralia Soprana e Butera. Se serve proporrò l’indizione di un referendum regionale per far sentire il no unanime dei cittadini contro tale ipotesi. Sorprende che questo piano sia stato elaborato in sordina, senza alcun coinvolgimento dei territori. Per di più l’individuazione dei siti mostra la totale noncuranza delle specificità dei luoghi, Trapani è una città d’arte che si candida a Capitale italiana della cultura per il 2022; Calatafimi Segesta è città dove insiste una delle più importanti aree archeologiche della Sicilia con il tempio e il teatro greco visitati da turisti di tutto il mondo. Nella stessa area sono presenti preziose acque termali su cui bisogna costruire il futuro economico di tutto questo territorio; Castellana Sicula è la porta naturale del Parco delle Madonie, area protetta a ridosso degli impianti sciistici di Piano Battaglia e luogo di coltivazioni biologiche come i grani antichi e il pomodoro siccagno, che per la salubrità dell’aria e del sottosuolo, hanno conquistato i mercati internazionali; Petralia Soprana è città medievale con una storia secolare ed è ricca di beni culturali e monumentali; Butera, infine, è città risalente all’XI secolo con contaminazioni Arabo Normanne e deve il nome a Ruggero I. Chi pensa di trasformare la Sicilia in una Chernobyl ha il disprezzo di quanti vi abitano e sappia che i cittadini si opporranno con tutte le forze”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.

DANIELA TERNULLO (FORZA ITALIA): “SAREBBE UNO SFREGIO AL TERRITORIO”

“Dichiaro il mio no all’idea della Sicilia come deposito di rifiuti nucleari perché sarebbe uno sfregio al patrimonio paesaggistico storico e culturale della nostra terra. Per questo motivo,ho chiesto al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè che ho già sentito telefonicamente, una convocazione di seduta parlamentare per il dibattito urgente in aula sul tema della Sicilia come area idonea per la costruzione di un area di stoccaggio di rifiuti radioattivi”. Così la parlamentare regionale di Forza Italia, Daniela Ternullo, dopo aver appreso che la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee elaborata dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) individua 4 aree in Sicilia tra le 67 in Italia dove localizzare il deposito che dovrà contenere in sicurezza le scorie del nostro Paese. “Una notizia che crea allarme considerato che dalle prime informazioni appare subito paradossale il caso della zona Vicaretto tra Castellana e Petralia, nelle Madonie – dichiara la deputata azzurra – dove lo Stato e la Regione prima istituiscono un parco ambientale, considerato patrimonio dell’umanità, adesso negli stessi luoghi, dove è reato buttare persino una cicca di sigaretta, lo stesso Stato vuole creare un deposito di scorie radioative”. L’onorevole Ternullo rincara la dose affermando che che stride ancora di più il silenzio assordante di Legambeinte “da cui mi sarei aspettata una presa di posizione chiara”. Le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale interessano i comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Petralia e Butera “Si tratta di aree con un patrimonio culturale, storico, paesaggistico di alto valore che mal si coniuga con la realizzazione di un deposito nazionale che dovrebbe garantire l’isolamento dei rifiuti radioattivi dall’ambiente per ben 300 anni, in una zona altamente sismica” – conclude il suo intervento la parlamentare di Forza Italia.

IL PSI: “ESPRIMIAMO SGOMENTO PER LA NOTIZIA”

La Federazione dei Giovani Socialisti – FGS di Sicilia e il Partito Socialista Italiano urlano tutto il loro sgomento per la notizia relativa alla creazione di quattro siti di stoccaggio di scorie radioattive sul territorio siciliano. I quattro siti individuati tra le province di Palermo, Trapani e Caltanissetta hanno lasciato di stucco i sindaci dei comuni interessati che non sono stati neppure contattati, consultati o avvisati.  I siti di stoccaggio andrebbero a intaccare anche il parco delle Madonie, con Petralia Sottana – sede dell’amministrazione del Ente – individuata tra le aree e comuni costieri, agricoli e turistici. Il tutto in un territorio gravemente carente di infrastrutture e trasporti che necessita di investimenti per il potenziamento economico e infrastrutturale. Il PSI si schiera compatto contro il deposito di scorie nucleari sul territorio, col segretario regionale Nino Oddo che afferma: “gli amministratori locali, che già fanno miracoli per tenere in piedi l’economia di questi comuni, non possono essere ulteriormente gravati con questa responsabilità e col rischio che, a causa di questi siti di stoccaggio, i territori ci rimettano il loro e perdano quote di produzione agroalimentare e di turismo”. Aggiunge il segretario FGS di Palermo, Mattia Carramusa: “non è assolutamente ammissibile che comuni tenuti in piedi miracolosamente  e senza investimenti pubblici per quanto riguarda sviluppo economico, infrastrutture, trasporti, energia, sicurezza e telecomunicazioni siano destinatari di 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui oltre 16.000 ad alta radioattività. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, agisca e tuteli almeno stavolta i siciliani. Non siamo né la polveriera né la discarica d’Italia” La richiesta del Psi è che la Regione faccia valere la difesa del territorio e si opponga a questi siti di stoccaggio. Alla Sicilia non serve lo stoccaggio di scorie tossiche e radioattive sul territorio, ma il finanziamento di un nuovo piano economico ed infrastrutturale. Un piano che potenzi i collegamenti e realizzi finalmente un moderno trasporto ferroviario,  che rifaccia strade e ponti di collegamento tra i comuni. Serve un volano per l’economia sostenibile a livello ambientale e sociale e per l’occupazione giovanile, ancora oggi terribilmente indietro rispetto al resto del mezzogiorno d’Italia. Serve un riammodernamento edilizio in una regione in cui gli edifici sono spesso fatiscenti e comunque risalenti alla metà del secolo scorso. Questo è quello di cui ha bisogno la Sicilia, non certo di essere un sito di stoccaggio di rifiuti nucleari”.

LA CISL PALERMO-TRAPANI: “SIAMO PROFONDAMENTE PREOCCUPATI”

“Siamo profondamente preoccupati e ci auguriamo che presto vengano chiariti i dettagli della vicenda che riguarda la Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi fra le quali spuntano l’area delle Madonie nel palermitano e Trapani con alcuni comuni della provincia. Ci sembra singolare questa grande attenzione sulla nostra regione, che ci auguriamo sia foriera di progetti anche su temi veramente strategici per il futuro dei nostri giovani, come infrastrutture, ricerca, formazione, industria e digitalizzazione”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sul documento elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari che individua zone nelle due provincie di Palermo e Trapani, come possibili depositi di rifiuti radioattivi. “Comprendiamo la preoccupazione dei sindaci, di zone che puntano tutto sul turismo e su tutte le eccellenze legate all’ambiente e alla filiera agro-alimentare. Si pone sia un tema di immagine come per la città di Trapani, quest’anno giustamente candidata capitale della Cultura italiana 2022, sia di tutela di salute dei cittadini e dell’ambiente. Quindi ci auguriamo venga presto chiarito tutto e che le istituzioni facciano ognuno la propria parte dialogando fra loro e soprattutto con i sindaci delle aree interessate, che al momento sembra non siano stati coinvolti. Abbiamo il dovere di proteggere il nostro ambiente, dato che affrontiamo già fin troppe difficoltà a smaltire i normali rifiuti che inquinano le nostre città” conclude La Piana.

pippo compagnonePIPPO COMPAGNONE: “IMPOSSIBILE IN SICILIA”

“Il tema del deposito di rifiuti radioattivi va affrontato con serietà, anteponendo ad ogni facile slogan la competenza tecnica e la consapevolezza normativa. La possibilità di allocare in Sicilia il deposito nucleare della Sogin (la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari) è da escludere a priori in quanto la quasi totalità dell’isola è considerata a rischio sismico ed anche perché di fatto non esistono aree adeguatamente ampie e disabitate tali da poter ospitare un impianto del genere. Vale la pena ricordare che parliamo di “villaggio” con 90 costruzioni su un’area di 150 ettari che dovrà ospitare, per 40 anni, 78 mila metri cubi di rifiuti a bassissima e bassa attività ed altri 17 mila metri cubi di scorie ad alta attività.” Ad affermarlo è il deputato regionale autonomista Pippo Compagnone.

“Nella mia esperienza di componente della “Commissione contro i reati ambientali” presso il Senato della Repubblica – prosegue Compagnone – ho avuto modo di visitare in Spagna, precisamente ad El Cabril, un impianto del tutto simile a quello che dovrà essere costruito in Italia. Qui, all’interno di grandi cilindri in calcestruzzo armato venivano collocati, con un meccanismo a matrioska, altri contenitori cilindrici in calcestruzzo rinforzato che a loro volta contenevano dentro una serie di bidoni i rifiuti radioattivi. Il villaggio più vicino era a circa 40 km di distanza ed i cittadini che abbiamo incontrato erano tranquilli perché consapevoli che la scelta di quel posto era stata frutto di una decisione scientificamente ponderata. Ed è questo l’unico criterio da adottare in questi casi, la scienza, non il qualunquismo.”

“La Sicilia semplicemente, dal punto di vista sismico e morfologico, non è adeguata ad ospitare questo deposito. Non serve a nulla dichiarare tutta l’isola “area denuclearizzata” con l’unica intuibile conseguenza di innescare una guerra fra Regioni a fronte di una scelta che, inevitabilmente, va fatta. Occorre ricordare infatti che l’Italia è in procedura di infrazione perché non si è dotata di alcun impianto di deposito stabile di scorie radioattive e, nel 2025, dovrà farsi carico di diverse tonnellate di rifiuti radioattivi prodotti nel nostro paese che per ora sono riprocessati in Francia. Sul tavolo del Governo, che fra 4 mesi sarà chiamato a decidere dove allocare le scorie, la Regione Siciliana ha tutto il tempo di presentarsi con uno studio ben fatto, perché – conclude Compagnone – questa battaglia non si vince con gli slogan ma con la scienza che ha già aiutato la nostra terra, individuando solo 4 zone scarsamente idonee a fronte delle decine di aree altamente idonee individuate nel resto d’Italia. Se vogliamo evitare la solita scelta calata dall’alto questa volta basterà solo arrivare preparati e determinati”.

 

 

 

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