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Sale Cinematografiche, deregulation insopportabile che viola le regole della concorrenza

lunedì 26 Aprile 2021

In questi ultimi giorni tutte le potenti Lobby riconducibili a 10/12 grandi Produttori, unitamente ad alcune OTT (Over The Top), stanno esercitando una poderosa azione nei confronti del Ministro per far saltare definitivamente le finestre di sfruttamento.

Di fatto queste grandi Lobby vogliono rinunciare alla catena del valore che vede le Sale come primo fondamentale passaggio nel mercato Theatrical.

Dunque vi è l’urgente necessità di mobilitare tutti gli Esercenti Cinematografici Italiani per esercitare analoghe pressioni in quanto queste nuove regole di mercato sulle finestre sono sempre più fondamentali nel Post Pandemia.

Tutto ciò per non portare alla chiusura definitiva di centinaia di Sale Cinematografiche sui nostri Territori falcidiando Imprese, lavoratori e gestori storici di questo strategico comparto per la valorizzazione della nostra Industria Culturale.

Il nostro modello di riferimento è la Francia, che addirittura prevede norme fino a due anni di “Windows” per il prodotto cinematografico.

Anche l’Italia ebbe a suo tempo una norma che prevedeva la tutela per la Sala Cinematografica, ossia la legge 26/94 Articolo 12 abrogata nel 1998.

Comunque la Legge attuale numero 220 del 2016 redatta dall’attuale Ministro Franceschini unitamente agli Articoli 9, 21 e 33 della Costituzione e nel quadro dei principi stabiliti dall’articolo 167 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e dalla Convenzione Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, promuove e sostiene il cinema e l’audiovisivo quali fondamentali mezzi di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale.

La UECI (Unione Esercenti Cinematografici Italiani), il cui presidente regionale è Eugenio Siviglia, si appella al Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi, a tutti i membri del Governo e più specificatamente al Mic, al Ministro Della Cultura On. Dario Franceschini e alla Sotto Segretaria Lucia Borgonzoni per integrare la legge 220 ripristinando le finestre di sfruttamento dell’opera cinematografica con le stesse norme che erano presenti nella legge 26/94 art.12 con una norma primaria per soddisfare la tutela delle sale cinematografiche e della divulgazione culturale sui territori conformi ai principi sopra elencati.

Le sale cinematografiche producono ricchezza economica a livello territoriale (i maggiori produttori sono società estere), sono un argine alla desertificazione culturale delle periferie.

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