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Sanità, a Palermo le nuove frontiere terapeutiche contro l’insufficienza mitralica

giovedì 18 Gennaio 2018

PALERMO – È uno dei disturbi cardiaci più frequenti al mondo e colpisce circa l’11% degli anziani con più di 75 anni. Si tratta dell’insufficienza mitralica, patologia al centro di un congresso che si svolgerà sabato 20 gennaio, dalle 10 alle 17, nelle sale di Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo.

Villa Magnisi
Villa Magnisi

Nell’arco delle due sessioni dell’evento, dal titolo “Il trattamento dell’insufficienza mitralica nel paziente con disfunzione sistolica ventricolare sinistra”, interverranno diversi esperti del capoluogo siciliano, ma provenienti anche da Catania, Messina, Bologna e Trieste. Si discuterà, tra l’altro, delle nuove terapie minivasive in grado di ridurre l’insufficienza mitralica. Tra queste, il sistema di riparazione percutanea mediante clip, che si è affermato come alternativa terapeutica nel corso degli ultimi dieci anni, con più di 50mila pazienti trattati.

Responsabile scientifico è Francesco Clemenza, a capo dell’Unità operativa di Cardiologia dell’Ismett di Palermo. Fanno parte del comitato scientifico anche tre professionisti della stessa struttura sanitaria: Caterina Gandolfo, responsabile dell’Unità di Cardiologia interventistica; Michele Pilato, direttore del Dipartimento per la cura e lo studio delle patologie cardio-toraciche ed il cardiochirurgo Giuseppe Raffa.

Francesco Clemenza
Francesco Clemenza

“La decisione clinica del rischio chirurgico in questa patologia è complessa – spiega Clemenza – e richiede un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento del cardiologo clinico, dell’ecocardiografista e del cardiologo interventista, che decidono sulla fattibilità, sul beneficio in termini di miglioramento dell’insufficienza cardiaca, della qualità di vita e della prognosi. Obiettivo della sessione – prosegue il cardiologo – è l’approfondimento della patologia mitralica con focus sulle ultime evidenze cliniche per delineare il miglior percorso diagnostico e terapeutico per i pazienti”. 

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