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Santa Lucia fa rima con cuccìa: tra storia, leggenda e curiosità | LA RICETTA

lunedì 9 Dicembre 2019

Siamo in attesa del 13 dicembre, essendo siciliani, oltre che per celebre Santa Lucia, anche per tuffarci, da golosi quali siamo, in un mare di cuccia e di arancine. Vedo, già, occhi trasformarsi in cuori e papille gustative che  assaporano, già, il momento.

Ma, mentre l’arancina/arancino, si può gustare tutto l’anno, la cuccia soltanto in questa data.

È arrivato il tempo di penetrare in questa tradizione, indagando sulle sue origini e su un tessuto fatto di religiosità, leggenda, etimologia, non dimenticando, però, di darvi due ricette con protagonista la cuccia, che la trasformano in un irresistibile dolce al cucchiaio.

Santa Lucia

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Lucia nacque a Siracusa nell’anno 281 da nobile e aristocratica famiglia. Rimasta orfana di padre all’età di cinque anni, venne educata nella religione cristiana dalla pia e saggia madre. Votatasi all’amore di Dio, decise di mantenere perpetua verginità, all’insaputa della buona Eutichia che, ignorando la decisione della figlia, col desiderio di vederla accasata con un bravo giovane, iniziò a cercarle uno sposo che avesse i suoi stessi valori, qualità e appartenesse al suo stesso ceto.

Lo trovò secondo i suoi desideri: nobile, ricco, di grande bontà, ma non cristiano. Lucia turbata da quella prospettiva, non volendo rivelare il suo segreto alla madre, cercò ogni pretesto per rimandare le nozze. Intanto Eutichia, preda di una grave malattia per cui né medici né medicine potevano far nulla, su consiglio della figlia, e in sua compagnia, andò in pellegrinaggio a Catania sulla tomba di Sant’Agata, per invocare la guarigione.

Qui, la patrona della città etnea apparve alla giovane chiedendole di rimanere fedele al voto fatto e di accettare, se necessario, anche il martirio per amore di Gesù. Eutichia guarì e, rientrate a Siracusa, Lucia, confidatasi con la madre, ottenne la libertà di decidere della sua vita. Il pretendente, però, deluso e furioso, giurando vendetta, la denunciò come cristiana a Pascasio, il prefetto della città, dinanzi al quale Lucia, serena e impassibile, non abiurò la sua fede. Per il suo atteggiamento insolente e intransigente, venne ordinato che fosse trascinata, punita e riportata alla ragione, ma fu allora che avvenne un prodigio: lo Spirito Santo fece in modo che Lucia divenisse inamovibile e il prefetto, convinto che fosse opera di stregoneria, rincarò la dose ordinando che fosse arsa viva.

Con sua grande sorpresa un altro prodigio avvenne e, infatti, neanche le fiamme osarono sfiorare le sue vesti e la sua persona; allora Pascasio, accecato dalla rabbia, la fece uccidere con un pugnale ma, prima di morire, la Santa profetizzò, con la caduta dell’Imperatore Diocleziano, l’imminente fine della persecuzione contro la chiesa cristiana. Era il 13 dicembre del 304 e, da allora, questa data è dedicatala celebra. La festa cade in prossimità del Solstizio d’inverno e da qui il detto “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”. Si narra, inoltre, che, come terribile martirio, le furono cavati gli occhi, immediatamente restituiteli dal Signore; ragion per cui e per il suo stesso nome, derivante dal latino “lux” che significa Luce, è invocata come protettrice della vista.

La leggenda

Cuccia

Il 13 dicembre, giorno dei festeggiamenti in onore di santa Lucia, nel monastero di Palermo a lei dedicato, si preparava la cuccìa,  timbro di sicilianità al 100%, un dolce tipico a base di grano bollito con crema di ricotta. L’usanza di consumare frumento è legata al ricordo del miracolo operato dalla martire cristiana nel 1646 quando, giunto nella capitale siciliana un bastimento carico di grano, dopo una lunga carestia che aveva affamato la popolazione, venne preso d’assalto. Ognuno con la sua razione di grano, per non perdere tempo a macinarlo e trasformarlo in farina e, poi, in pane o pasta, lo cucinò così com’era e senza altri ingredienti.

Per custodire questa memoria, i palermitani, ma anche i siracusani, visto che la Santa è la patrona della città aretusea, in questa data rinunciano ai farinacei, consumando solo verdure, legumi, panelle e cuccìa, ovvero grano ammollato e lessato; d’altronde, per gli antichi Greci il grano era un cibo propiziatorio, simbolo di vita e fertilità. Questa antica usanza è confermata da Giuseppe Pitrè che, nel suo libro di proverbi siciliani, scrive : “Santa Lucia pani vurria, pani nu nn’hauiu, accussì mi staiu”.

Etimologia di cuccìa

Troviamo per la prima volta l’esistenza del termine cuccìa nel Vocabolario siciliano e latino di Lucio Scobar, datato 1519, dove cuchia è spiegata come “triticum decoctum”, grano bollito. Nella seconda metà del 1700 il termine greco cóccos ha lo stesso significato di granum, mentre il nome “cuccia” viene fatto derivare dalla voce siciliana “cocciu”, granello, ricordando il suo essere «fatta di granelli di frumento». Nell’800, invece, l’ipotesi della sua derivazione dal basso greco kokkía, aggiunse ad avvalorare la tesi che era chiamata cucchià in Arcadia. Gli studiosi moderni, infine, hanno definitivamente accertato la derivazione di Cuccìa dal greco ta ko(u)kkía, i grani, vedendovi la sopravvivenza del culto pagano di Demetra, dea delle messi e, quindi, del grano, che in epoca cristiana fu sostituito proprio dal culto di Santa Lucia.

La tradizione vuole che questo dolce sia uno dei piatti più antichi della nostra tradizione culinaria e venga distribuito a familiari, amici e vicini di casa, ricordando di lasciare le briciole sui tetti per essere catturate dagli uccellini. Passiamo, adesso, alle due ricette, la prima con il biancomangiare e la seconda con la ricotta.

Cuccia con biancomangiare per 6/8 persone

Ingredienti:

  • 500 g di grano
  • 1 litro di latte
  • 80 g di amido per dolci
  • 300 g di zucchero semolato
  • 100 g di cioccolato fondente a scaglie
  • cannella

Procedimento:
Stemperate l’amido in un poco di latte freddo, quindi incorporate lo zucchero e il latte rimasto e, mescolando, lasciate addensare la crema, sul fuoco a fiamma moderata.

A fine cottura, lasciate intiepidire e mescolate alla cuccia. Cospargete con una pioggia di cioccolato a scaglie e cannella e servite.

Cuccia con crema di ricotta per 6/8 persone

Ingredienti:

  • 500 g di grano
  • 800 g di ricotta
  • 250 g di zucchero semolato
  • 50 g di cioccolato fondente
  • 30 g di arancia candita
  • cannella

Procedimento: 

Passate al setaccio la ricotta, ponetela in una terrina, aggiungete lo zucchero, la cannella, il cioccolato fondente a scaglie, le arance candite a pezzetti e lavorate mescolando il tutto fino ad ottenere una crema omogenea.

A questo punto mescolate la cuccia alla crema ottenuta, lasciate riposare qualche ora e servite.

Viva Santa Lucia e buona cuccia a tutti.

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