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Scandalo nella riserva di Cavagrande: un gioiello siciliano in balia dell’incuria e di turisti abusivi | FOTO

martedì 17 Agosto 2021

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Tra i gioielli naturalistici della Sicilia c’è la riserva orientata di Cavagrande del Cassibile, un’area naturale protetta situata nei comuni di Avola, Noto e Siracusa, gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.

La riserva presenta diverse criticità non ancora risolte, tra cui l’insorgenza di frane in occasione di piogge abbondanti che rendono difficile l’accesso alla stessa. Inoltre, sono da segnalare periodici incendi come quello del 25 giugno 2014 che ha distrutto buona parte della vegetazione che ricopre i bordi della vallata. Da quella data infatti la riserva è ufficialmente chiusa per mancanza di fondi funzionali alla sistemazione dei percorsi e la messa in sicurezza.

Dopo anni ancora non è stata stabilita alcuna data di apertura e ad oggi nulla è cambiato: a Cavagrande rimane in vigore il divieto di accesso, ma non pochi turisti curiosi, soprattutto stranieri, si avventurano ugualmente all’interno della riserva, mettendo a rischio la propria incolumità, e non solo, perché all’incuria e al degrado si aggiunge l’inciviltà degli stessi turisti abusivi, lasciando ovunque vere e proprie discariche di rifiuti lungo le strade provinciali limitrofe alla riserva e interpoderali di accesso alla riserva, non rispettando le regole delle buone maniere, con tanto di cartello all’ingresso della riserva naturale.

L’ultima ordinanza del 2021 è inequivocabile: <<gli accessi alla zona A  della riserva lungo i sentieri di “Scala Cruci” e “Mastra Ronna”, oltre il caseggiato di Casa di Natala , il transito lungo i sentieri omonimi e lungo il sentiero di mezza costa in territorio dei comuni di Avola e Noto, nonché l’accesso e la sosta presso i laghetti fluviali, sono interdetti alla pubblica fruizione per garantire la sicurezza e l’incolumità dei fruitori>>.

Tale precetto è esposto in ciascuno dei luoghi citati, inoltre a seguito delle comunicazioni relative al rischio incendi da parte della protezione civile e dei continui roghi degli ultimi giorni scorsi è stata disposta la chiusura precauzionale dell’intera riserva. Presso ciascuno dei tre ingressi del sito naturalistico è stato dislocato del personale forestale per informare i turisti delle emergenze e delle disposizioni di comportamento.

Eppure, si sono verificati episodi spiacevoli di atti di aggressione verbale ai danni degli operai in servizio presso la R.N.O. Cavagrande del Cassabile da parte di ignoti intenzionati ad entrare nonostante l’interdizione alla fruizione. Gli operai addetti agli ingressi hanno riferito che diversi turisti recatesi in quelle zone non protette, dopo essere stati informati delle limitazioni imposte dalla stessa ordinanza per motivi di sicurezza e incolumità pubblica, hanno risposto con insulti entrando a forza nella riserva. Per tali ragioni è stato richiesto un pronto intervento da parte degli organi e autorità competenti per evitare la reiterazione di comportamenti irregolari.

Ne abbiamo parlato con Guglielmo Monello, operaio centunista del Corpo forestale della Regione Siciliana e dirigente sindacale Ugl agricoli e forestali – Sicilia.

La riserva di Cavagrande è chiusa dal 2016 e vi è stata un’ordinanza dei dirigenti, quando è stata attraversata da un grosso incendio e quindi con le problematiche internali di acqua eccetera, non è in sicurezza, e ci sono problemi sui costoni, con caduta di massi. Per riguarda la nuova ordinanza del 25/6/2021, è stata presentata dal dirigente provinciale dott. Giancarlo Perrotta al prefetto, al questore e alle forze di polizia tutte, per quanto riguarda questa denuncia per le persone che scendono all’interno della valle, perché i controlli di polizia giudiziaria non ce ne sono, ci sono solo gli addetti agli ingressi delle riserve che sono opera forestali, quindi non hanno nessuna autorità. L’unica cosa che fanno è far sapere alle persone che la riserva è chiusa e non vi si può accedere. però la gente scavalca e si mette magari a sorridere, si fa un baffo, una presa per i fondelli alla siciliana tutta. Questa è la realtà della riserva di Cavagrande. Non parliamo poi degli incendi che hanno devastato il territorio di comuni limitrofi, creando difficoltà nella viabilità, problemi di immondizia ovunque disseminate discariche, dappertutto. Insomma siamo abbandonati”, così ha commentato Guglielmo Monello, che si occupa della sorveglianza sulla riserva di Cavagrande, per quanto riguarda incendi e controlli.

Ho più volte scritto e informato la politica  e chi di competenza, dicendo che sui territori e sulle riserve siamo abbandonati, ma nessuno ne prende atto”, ha aggiunto il dirigente sindacale Monello.

Soprattutto in questo periodo, negli ultimo 15 giorni si realizzati tre interventi di soccorso per vacanzieri e visitatori, che si sono fatti male aggirandosi in quei paraggi. “Si tratta di turisti quasi tutti stranieri, qua abbiamo un’affluenza di stranieri al 70% – ha specificato Monello – gli altri sono persone del comprensorio siciliano, che vengono da tutte le province siciliane. Una ragazzina straniera è caduta e ha sbattuto la testa, ricoverata al Cannizzaro di Catania per via di una forte contusione alla mandibola e alla spalla. Poi un altro intervento, si stava verificando l’annegamento di un ragazzo, è scivolato in un laghetto profondo 18 metri. Sono intervenuti gli operatori del 118, è intervenuto un elicottero dei vigili del fuoco perché si pensava che poteva essere imbragato, poi per fortuna non è stato così. Una signora siciliana ha accusato forti dolori al petto per via di un affaticamento non riusciva alla risalita, soccorsa dal 118, si trovava all’interno dei Laghetti della riserva, in territorio Avola. L’area è inagibile”.

Posso dire con orgoglio che Cavagrande è conosciuta in tutto il  mondo, è una terra baciata da Dio, ma vittima della politica del servirsi, non quella del servizio, perché la prima utilizza gli strumenti degli operai forestali, barcone di voti spostati a piacimento, parliamo di lavoratori stagionali che fanno lavori con turnazioni di 70 giorni l’anno, fino a 151 giornate l’anno. Quest’anno non siamo riusciti neanche al completamento dei viali parafuoco, solo sono partiti in ritardo eclatante, e poi alcuni operai di Messina devono ancora ricevere gli stipendi di dicembre”.

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