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Scavi fibra ottica a Palermo: la risposta di “Open Fiber”

venerdì 13 Aprile 2018
Lavori Enel Open Fiber, fibra ottica, scavi
[FOTO © D.G.]

In merito all’articolo “Palermo, i disagi nelle strade per la fibra ottica approdano in Consiglio. Accuse all’Amministrazione Orlando” pubblicato dalla vostra testata, Open Fiber si trova costretta a dover smentire le numerose imprecisioni e accuse infondate riportate nell’articolo.

In primo luogo è opportuno sottolineare che l’interlocuzione e la collaborazione di Open Fiber con l’amministrazione comunale è continua e costante, in particolare con la polizia municipale e l’Ufficio traffico, in modo tale da limitare al massimo i disagi per la cittadinanza.

Nell’articolo si fa del resto riferimento a pericoli per l’incolumità dei cittadini: a tal proposito va precisato che dall’11 gennaio 2017, data d’inizio dei lavori, sono 7 le segnalazioni di sinistri stradali – comunque mai gravi – giunte a conoscenza di Open Fiber attraverso l’apertura delle relative posizioni assicurative. Un numero ritenuto fisiologico anche per interventi di minor portata rispetto a quello messo in atto da Open Fiber, con circa 40 cantieri aperti quotidianamente a Palermo che vedono ogni giorno impegnati tra i 300 e 350 operai per un investimento complessivo di ben 90 milioni di euro.

Riguardo ai lavori di corso Tukory, oggetto di riasfaltatura nelle scorse settimane, Open Fiber sta intervenendo in piena conformità dell’ordinanza comunale numero 281 emanata il 19 marzo scorso e in regolare ottemperanza di tutta la normativa in materia (Decreto scavi e Decreto fibra, nello specifico).

Open Fiber, come ogni azienda privata, è responsabile delle sue aree di cantiere e dell’infrastruttura che va a realizzare. In caso di danneggiamenti sarà la stessa impresa ad attivare tutte le misure necessarie a porvi rimedio. I ripristini stradali delle aree di competenza, del resto, sono a totale carico di Open Fiber e non comportano alcuna spesa per l’ente pubblico e quindi per la cittadinanza.

Sulla presunta mancata strategicità di un’operazione come quella di Open Fiber, basta ricordare le prescrizioni dell’Agenda digitale europea e della Strategia italiana per la banda ultralarga: entro il 2020 l’85% della popolazione deve poter accedere al web con una velocità minima di 100 megabit al secondo (la rete di Open Fiber permette di navigare fino a 1 Gigabit) mentre al 100% degli italiani andrà garantita una velocità minima di connessione di 30 megabit al secondo. Si tratta di obiettivi imprescindibili per il superamento del divario digitale che affligge ampie zone del Paese, a beneficio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.

Open Fiber, come tutte le aziende impegnate in lavori stradali, versa regolarmente la Tosap per l’occupazione temporanea delle aree di cantiere secondo quelli che sono i canoni previsti dall’amministrazione. Per quanto riguarda le concessioni di suolo pubblico – cioè il passaggio fisico dei cavi – è opportuno evidenziare che la normativa prescrive il pagamento di un canone annuale sulla base del numero dei clienti collegati a quella infrastruttura. Open Fiber è un operatore wholesale only, realizza e gestisce una rete di telecomunicazioni di sua proprietà che mette poi a disposizione degli operatori interessati. Come avviene in ogni parte d’Italia, sono quindi gli stessi operatori telefonici e internet provider – e non Open Fiber – a farsi carico della Cosap.

In merito ai ritardi nei ripristini definitivi, un fattore determinante è stato il persistente maltempo che ha colpito Palermo dall’inizio dell’anno fino agli scorsi giorni, in modo particolare tra i mesi di febbraio e marzo. Per ovviare a quella criticità sono state messe in campo 4 squadre di controllo nei vari cantieri della città, in modo tale da intervenire il più rapidamente possibile in caso di eventuali situazioni di potenziale rischio. Open Fiber ricorda che l’intervento su strada consiste in due momenti distinti: lo scavo e il contestuale ripristino provvisorio del taglio, ricoperto con malta cementizia solitamente di colore rosa che necessita di almeno tre settimane per assestarsi; la successiva scarifica e il ripristino definitivo con asfalto a caldo. Agire diversamente non farebbe altro che danneggiare gravemente il manto stradale e creare, stavolta sì, concreti pericoli. È necessario infine smentire con forza il pretestuoso e infondato riferimento all’utilizzo di materiali scadenti: tutto il materiale utilizzato dalle aziende che lavorano per conto di Open Fiber su Palermo è opportunamente registrato, collaudato e sottoposto ai controlli di legge.

Sono i numeri a certificare l’andamento dell’intervento di Open Fiber a Palermo, una delle prime città d’Italia a essere servita da un’infrastruttura di telecomunicazioni interamente in fibra ottica: a oggi sono infatti oltre 164mila le unità immobiliari raggiunte dalla rete Open Fiber, dato che supera il 73% dell’obiettivo di 224mila unità immobiliari cablate tracciato in fase d’avvio del progetto.

Proprio perché Open Fiber pone la massima attenzione sulla sicurezza, sul rispetto dell’ambiente e sulla volontà di ridurre il più possibile gli inevitabili disagi che un intervento così incisivo può provocare, già nei prossimi giorni sarà attivato un numero telefonico dedicato alle autorità comunali, ai consiglieri e ai comitati cittadini. Dal lunedì al venerdì, infatti, un tecnico specializzato raccoglierà le segnalazioni di eventuali criticità garantendo entro 24 ore un sopralluogo nei luoghi indicati e la rapida risoluzione delle problematiche riscontrate.

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