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Scuola, c’è il piano: ritorno in presenza. Vaccini raccomandati ma no a obbligo

mercoledì 28 Luglio 2021

Studenti e insegnanti tornano in presenza a settembre, anche dove non sara’ possibile il distanziamento. E sul fronte delle vaccinazioni a docenti e non, ci sara’ una “forte raccomandazione”, quindi – almeno per ora – nessun obbligo.

In attesa che aumentino ancora i dati sulle somministrazioni al personale scolastico (arrivato all’85,5% a livello nazionale), il ministero dell’Istruzione prepara il Piano Scuola per il rientro nelle aule tra meno di due mesi. Il documento sara’ presentato venerdi’ prossimo alle Regioni e seguira’ le linee gia’ indicate dal parere fornito dal Cts: dall’utilizzo delle mascherine – anche quelle trasparenti laddove sia necessario per favorire una piu’ agevole comunicazione – all’importanza del distanziamento, che non sara’ comunque imprescindibile. Resta alta l’attenzione anche al tema dei trasporti, affinche’ anche su questo le agevolazioni per gli studenti rientrino tra le priorita’, perche’ – e’ stato fatto notare- sulla Scuola non si possono scaricare le criticita’ dell’intero sistema.

Sembra inevitabile pero’ il ricorso allo scaglionamento degli orari per l’inizio delle lezioni. Nessun ritorno della didattica a distanza, dunque. Ma c’e’ chi ne paventa ancora il rischio. “Oltre al personale scolastico, serve anche l’obbligo di vaccino per gli studenti che possono farlo. Ma bisogna anche valutare tutte le possibilita’ riguardo alle alternative per i non vaccinati”, sostiene l’Associazione Nazionale dei Presidi, spiegando che “se questi ultimi dovessero essere una percentuale significativa, una delle alternative potrebbe essere la Dad, purche’ non ci sia disparita’ di trattamento”. L’ipotesi di un green pass per i lavoratori del settore Scuola e’ invocata anche dal presidente del sindacato ‘DirigentiScuola’, Attilio Fratta: “serve una ripresa in totale sicurezza”, dice. In generale, la richiesta che arriva da tutti i sindacati e’ quella di fare chiarezza sul parere del Comitato Tecnico Scientifico fornito lo scorso 12 luglio in merito alla riapertura. “Servono decisioni politiche sulla base di quelle indicazioni”, sottolinea Pino Turi della Uil.

E Maddalena Gissi della Cisl avverte: “Bisogna capire se regole saranno le stesse dell’anno scorso, visto che il virus ancora circola, oppure se si e’ deciso un vero cambio di passo”. Francesco Sinopoli della Cgil segnala gli “otto milioni di studenti non vaccinati, un virus in continuo mutamento e la questione di trasporti completamente trascurata”. Trai i nodi irrisolti, forse sciolti gia’ venerdi’ prossimo, c’e’ da capire quale saranno le indicazioni per le persone non vaccinate, in particolare gli studenti. E’ certo che per questi ultimi utilizzeranno la mascherina, utile anche per ovviare ai problemi di distanziamento nelle aule. Resta un’ipotesi l’obbligo dei vaccini al personale scolastico, che sara’ legata soprattutto all’andamento della campagna in queste settimane. In questo senso – osserva Bianchi – “il mondo della Scuola ha reagito con responsabilita’”.

Ma se i dati non dovessero ancora migliorare – soprattutto in alcune regioni – la raccomandazione potrebbe inevitabilmente diventare un obbligo attraverso un decreto e in queste ore proseguono gli aggiornamenti – in particolare sulle cifre – tra il ministro Bianchi e il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo. Il tema sara’ affrontato dalle varie componenti del Governo, che al momento sembrano ancora divise sulla questione: oltre al ‘no’ della Lega, in queste ore si delinea anche la posizione del Movimento Cinque Stelle, che arriva dalla sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia: “in questo momento – dice – non si puo’ subordinare la riapertura delle scuole all’obbligo vaccinale. Valuteremo questa ipotesi con attenzione, ma in questa fase non appare prioritario. La cifra del personale vaccinato potrebbe essere sottostimata”. Ma il leader pentastellato Giuseppe Conte chiarisce: “sulla Scuola dobbiamo far di tutto per consentire le lezioni in presenza”. Una posizione piu’ netta e’ quella di alcuni governatori, come il ligure Giovanni Toti: “se non sara’ garantita la soglia di sicurezza di personale immunizzato, e’ bene valutare l’ipotesi di introdurre l’obbligo”.

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