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Siamo tutti rifugiati. Papa Francesco e Leoluca Orlando uniti per i migranti

venerdì 9 Dicembre 2016
Papa Francesco a Lampedusa (foto Petyx)

Siamo tutti migranti. Dalle spiaggie della Sicilia alle aule dei Tribunali, dalle pagine di cronaca alle analisi geopolitiche, il tema di chi scappa dalla guerra e dalla fame e cerca di raggiungere le sponde dell’Europa è lì, fisso, immobile, placido, come le onde del Canale di Sicilia nelle giornate di bonaccia, ultimo valico liquido dei viaggi della speranza.

Anche Papa Francesco torna a parlarne. Lo ha fatto questa mattina, incontrando una delegazione della Chiesa maltese. Il Santo Padre ha ricordato come “l’esperienza dolorosa di questi fratelli e sorelle, rivediamo quella del bambino Gesù, che al momento della nascita non trovò alloggio e venne alla luce nella grotta di  Betlemme; e poi fu portato in Egitto per sfuggire alla minaccia di Erode. Quanti visiteranno questo  presepio saranno invitati a riscoprirne il valore simbolico, che è un messaggio di fraternità, di  condivisione, di accoglienza e di solidarietà”. Amen.

Strane coincidenze rimbalzano oggi dai terminali delle agenzie di stampa. A fare da eco alle parole del Papa, oggi si registra l’ennesima presa di posizione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.  A Roma, per un convegno dei primi cittadini“A Palermo non abbiamo migranti: chiunque arriva a Palermo, per una decisione del sindaco, diviene palermitano e solo ‘ex’ migrante. Spero un giorno di essere arrestato perché proteggo un clandestino“.

Leoluca Orlando

Intervenendo al convegno dei sindaci in Vaticano sul tema dei rifugiati, Orlando ha aggiunto:  “I migranti stanno dando un volto umano alla globalizzazione. Più che di radici cristiane in Europa, occorrerebbe ricordare le origini migranti“. Dalle tesi ai fatti. Continuano le attività di magistrati e investigatori che senza sosta tentano di mettere un argine al “trafficking” di esseri umani.

A Catania è stato fermato  su ordine della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania  il presunto scafista dello sbarco di 91 migranti giunti nel porto etneo il 6 dicembre scorso su nave Oreste Corsi della Guardia Costiera.  In manette è finito’ il senegalese Ndjai Babouka, di 30 anni, indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sarebbe stato lui a condurre una barchetta di legno di colore blu con a bordo 28 migranti, poi soccorsi in acque internazionali dalla nave commerciale “Hamal”.  Ed è appena  di ieri la notizia dell’ennesimo “rescue” di fronte alle coste della Libia, con la Guardia Costiera che in due diverse operazioni ha tratto in salvo  86 migranti. A bordo di due piccole barche, i migranti sono stati recuperati dalla nave Driade della Marina Militare italiana e da unmercantile, per poi essere  trasferiti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera.

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