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“Sicilian ghost story”, parlano i registi Grassadonia e Piazza [L’intervista]

venerdì 26 Maggio 2017
Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Dopo il debutto ufficiale alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes, il film “Sicilian ghost story”, dei registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, inizia il suo tour di incontri con il pubblico siciliano.

Stamattina la prima tappa al cinema Rouge et noire di Palermo dove, a seguito della proiezione del film riservata a molti studenti delle scuole del quartiere Zisa, abbiamo sentito i registi arrivati insieme ai due giovani protagonisti, Julia Jedlikowska e Gaetano Fernandez, e a Filippo Luna.

Il film racconta, in forma di favola onirica e da un punto di vista inedito, una pagina tragica della storia dell’Isola: il rapimento e l’uccisione, poi, del piccolo Giuseppe Di Matteo.

Perché avete voluto raccontare proprio questa storia?

Piazza: “Il rapimento di Giuseppe Di Matteo accade a metà degli anni ’90, e quell’evento chiude in qualche modo definitivamente un decennio della storia siciliana caratterizzato da un autentico inabissamento. Chiude e in maniera abominevole sublima tutto di quel periodo. Questa storia è rimasta attaccata a noi da allora; eravamo andati via dalla Sicilia per provare a costruire la nostra vita con un orizzonte meno mortifero, ma quell’evento ha continuato a perseguitarci, è stato un fantasma dentro le nostra anima e la nostra coscienza a lungo. Nell’estate del 2011, poi, leggendo il racconto Un cavaliere Bianco, contenuto all’interno della raccolta “Non saremo confusi per sempre”, di Marco Mancassola, abbiamo trovato il punto di partenza per raccontarla. Lo scrittore infatti ha avuto la bella intuizione di innestare, su fatti di cronaca oscuri della storia recente italiana, un’invenzione che permette una qualche redenzione alle vittime di questi racconti, tra questi quello di Giuseppe Di Matteo. Siamo partiti da lì, e l’unico modo per raccontare quell’atrocità era farla diventare un grande ed emozionante atto d’amore, da realizzare con dei ragazzi come Giuseppe, costruendo una possibilità di speranza, seppur dolorosa, almeno per loro”.

Il format della favola, quindi, è sempre uno dei veicoli migliori per raccontare e al tempo stesso insegnare qualcosa anche agli adulti?

P: “Le favole importanti, come quelle dei fratelli Grimm, hanno questo pregio, cioè la capacità di fondarsi su eventi terribili e però, grazie alla forma e alle modalità del racconto, riescono a dare un senso all’evento, a farne esperienza e sopravanzarlo. Questa, secondo noi, era la chiave ideale considerando che quella di Giuseppe è la storia di un bambino a cui è stata sottratta la vita in una maniera terribile; a tutto questo dolore si poteva contrapporre un amore altrettanto forte, amore che solo una ragazza come Luna poteva rappresentare. Lei è indomita, non si rassegna e lotta fino all’autodistruzione, atteggiamento che si deve assumere se si vuole salvare la propria umanità. I protagonisti del film, al loro debutto cinematografico, sono una vera rivelazione.

Come avete impostato il lavoro con loro?

Grassadonia: “Era importante per noi che il cast fosse composto da siciliani e non da professionisti; cercavamo dei ragazzi che volessero restituire la loro autenticità e la loro personalità all’interno della nostra storia. Siamo stati coinvolti, insieme a Maurilio Mangano, casting director, in un percorso di lungo scouting nelle scuole di Palermo e provincia, in particolare nelle aree delle Madonie, da cui provengono due dei co-protagonisti. Nove mesi di casting significa incontrare migliaia di ragazzi, conoscere gli insegnanti e in qualche caso anche i genitori, e diventa quasi un film nel film; cominci, dentro la tua testa, ad arricchire la personalità dei personaggi che hai scritto in sceneggiatura attraverso questi incontri. Poi dopo aver scelto tutto il cast abbiamo iniziato un laboratorio terminato con l’inizio delle riprese, il 10 ottobre, prima di tutto per conoscerci meglio, per stabilire una fiducia reciproca e per portare lentamente i ragazzi dentro questa storia, raccontandogli la verità dei fatti che riguardarono Giuseppe, storia che loro non conoscevano”.

Nell’evoluzione dei personaggi i più giovani, risultano più saggi degli adulti stessi…

P: “Si, è vero questi ragazzi sono più maturi dei loro genitori e degli adulti in generale; questo perché avendo meno filtri hanno la forza, la capacità e il bisogno di vivere fino in fondo i loro sentimenti”.

Possiamo dire che questo film è, sì un tributo alla storia di Giuseppe Di Matteo, ma anche alle giovani potenzialità siciliane?

G: “Per noi il significato è tutto qui. Abbiamo voluto restituire amore nei confronti di un bambino, vittima innocente, attraverso altri bambini siciliani che rappresentano le giovani generazioni di oggi”.

La vostra partecipazione alla Semaine de la Critique è stata una vetrina importante per far conoscere il vostro lavoro ad un pubblico internazionale.

G: “Siamo molto contenti dell’esperienza a Cannes; eravamo convinti della potenzialità della nostra storia, accolta con molto affetto dal pubblico in sala. In questi giorni abbiamo avuto richieste per la vendita del film anche dalla Cina e dal Brasile, oltre che dall’Inghilterra, dalla Francia e dalla Svizzera. La chiave del racconto ha colpito molto i selezionatori e, in particolare, ha permesso a questa storia legata alla nostra terra di varcare il confine dell’Isola e diventare storia di tutti”.

Stasera, sempre al Rouge et noir, alle 20.20 i registi Grassadonia e Piazza, insieme a Julia, Gaetano, Filippo Luna e altri componenti del cast, saluteranno il pubblico e lo incontreranno per un dibattito alla fine della proiezione; alle 21.15 ci sarà anche un saluto in sala al Cinema Aurora.

Il tour di presentazione proseguirà a Catania (27 maggio, Cinema King), Sciacca (domenica 28, Cinema Badia) e terminerà con una doppia proiezione (18.30 e 21.00) nella sala dei Cinquecento di Troina, dove il film è stato in parte girato, e che dedicherà il nuovo campetto di calcio di prossima costruzione a Giuseppe Di Matteo.

“Sicilian ghost story” si è avvalso del contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del sostegno della Regione Siciliana – Assessorato Turismo Sport e Spettacolo – Ufficio Speciale per il Cinema e l’Audiovisivo/Sicilia FilmCommission, nell’ambito del progetto “Sensi Contemporanei”.

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