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Sisma nel Catanese, la Regione chiede lo stato di emergenza

venerdì 12 Ottobre 2018
musumeci

Dopo le recenti scosse sismiche che hanno riguardato il territorio catanese, la Regione Sicilia chiede a Roma lo “stato di emergenza”.  “Ne abbiamo fatto richiesta al Governo centrale – spiega il governatore, Nello Musumeci a seguito del terremoto che ha colpito, sabato scorso, una vasta area della provincia di Catania”.

La Protezione civile regionale – aggiunge – ha concluso la ricognizione nei centri più vicini all’epicentro e i comuni nei quali sono stati riscontrati i danni sono: Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Adrano e Ragalna“.

Con la riunione della Giunta, infatti, è stato deliberato l’avvio dell’iter per chiedere interventi straordinari. Nella relazione, predisposta dal Capo della Protezione civile regionale Calogero Foti, sono stati stimati in 2,4 milioni di euro i costi relativi agli interventi minimi per il ripristino delle condizioni di agibilità, il ritorno alla normalità e la riduzione del rischio, per quanto concerne il patrimonio pubblico.

terremotoIn particolare, risultato inagibili quattro edifici scolastici (“Sturzo”, “Marconi”, “Verga”e “Don Bosco”) e due sacri (Basilica Maria Santissima dell’Elemosina e chiesa dell’Idria) a Biancavilla. Due immobili del Comune (palazzo municipale e palazzo Ardizzone) a Santa Maria di Licodia e due chiese (Santa Barbara e Santa Maria del Carmelo) a Ragalna

Agibili, ma danneggiati, tre edifici sacri (chiese di San Pietro e Maria Santissima Assunta oltre al convento dello Spirito santo) ad Adrano. Per quanto riguarda la quantificazione dei danni all’edilizia privata “l’attività di monitoraggio è ancora in corso”, fanno sapere dalla Regione.

Fin dalle prime ore successive al sisma – continua Musumecigli uffici della Protezione civile e del dipartimento regionale dei Beni culturali si sono attivati con tempestività per procedere al monitoraggio degli edifici danneggiati. Abbiamo giaà provveduto ad approvare la delibera di Giunta perchè è necessaria una tempestiva esecuzione degli interventi, per consentire la ripresa ordinaria delle attività scolastiche e l’accessibilità’ nelle chiese, attualmente inagibili. Auspico – conclude – che adesso il governo nazionale sia celere nel dichiarare lo stato di emergenza”.

 

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