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Sit-in per Di Matteo, Sgarbi ironizza sui social e dà forfait

lunedì 11 Dicembre 2017

Le polemiche non si placano. Vittorio Sgarbi dà forfait e non partecipa alla presentazione del libro di Totò Cuffaro all’Istituto Don Bosco, a Palermo. Il critico d’arte, neo assessore regionale ai Beni culturali, ironizza sui social, postando una foto del sit-in in sostegno del pm Nino Di Matteo alla “Statua”: «Volevo andare al sit-in di solidarietà a sostegno del PM Nino Di Matteo, ma temevo di perdermi tra la folla…».

Gli organizzatori della manifestazione hanno risposto al post di Sgarbi scrivendo: “Per manifestare a favore di qualcuno non si deve essere per forza in duemila: poteva anche venire, invece ha preferito presentare il libro di Totò Cuffaro, qui vicino. Noi invece siamo qui per ribadire che non condividiamo il suo messaggio, e che siamo con Nino Di Matteo”

Sgarbi però, come già detto, non ha presenziato alla presentazione del libro di Cuffaro, e ha preferito inviargli una lettera nella quale spiega il suo dietrofront: “Caro Totò – scrive l’assessore ai Beni culturali – avevo deciso, con entusiasmo, di partecipare alla presentazione del tuo bel libro “La figlia delle monache”, con Silvana Grasso e suor Eleonora all’istituto Don Bosco di via Libertà. Un onore per me, che sono stato un allievo salesiano; e un piacere, nella considerazione che ho avuto con tanti, come l’ex assessore tuo Fabio Granata, del tuo operato di presidente. Ma ragioni di opportunità mi impongono di non venire, anche per non esporre te, e le gentili signore che ti presentano,alla bufera dell’intolleranza di un gruppo di manifestanti che hanno previsto un “sit in” davanti all’istituto in cui si tiene la manifestazione. Ho invano cercato di spiegare che io non ho in alcun modo criticato l’amatissimo dottor Di Matteo, ma ho semplicemente osservato che egli è stato esposto a un maggior pericolo ,con conseguente spettacolarizzazione mediatica, dalla, presumo illecita (ho fatto un esposto per verificarlo), diffusione delle intercettazioni, per loro natura riservate, delle conversazioni e delle minacce di Totò Riina a un suo compagno di prigione. Non si trattava né di un comunicato né di una conferenza stampa. La mia posizione è perfettamente corrispondente a quella dell’onorevole avvocato Mauro Mellini, che ha espresso in più occasioni riserve sulla vicenda. Non capisco quindi la sostanza della polemica, che mi sembra strumentale e depistante. Io non ho fatto polemiche ,ma osservazioni sulla natura della comunicazione lecita o illecita, con prevedibili conseguenze pericolose anche per lo stesso Di Matteo a cui ho manifestato la mia solidarietà. Per questo, davanti a reazioni di intolleranza, talvolta esibendo anche le stigmate, con grande amarezza, sono costretto a rinunziare a questa occasione per te così importante”.

Sgarbi ribadisce poi quanto già affermato nei giorni scorsi. “Assunte le funzioni di membro del governo, e in seguito alle sagge parole del presidente Musumeci che mi richiama alla sobrieta’ del ruolo pubblico, prendo atto che la mia libertà di opinione e di esternazione (di cui fu cattivo maestro Francesco Cossiga) e’ condizionata dallo stato di emergenza nel quale si intende lasciare la Sicilia, limitando i diritti costituzionali garantiti dall’Italia. Sul piano giudiziario la Sicilia è commissariata. Bertolt Brecht e Leonardo Sciascia hanno perso. Il bacio di Andreotti e Riina sigilla l’anomalia della Trattativa, e indica che la Sicilia ha bisogno di eroi. Non vorrò essere io a ostacolarlo. E, in questo spirito, auguro buon lavoro al dottor Di Matteo. Per questo, nel tempo del mio impegno come assessore ai Beni Culturali, mi occuperò soltanto del patrimonio e della sua tutela, ovvero della Storia, evitando di pronunciarmi sulla cronaca e sulle questioni giudiziarie. Prendo atto che – soprattutto nel mio ruolo istituzionale – in Sicilia non sono opportuni, e forse nemmeno consentiti, la libertà di opinione e il diritto di critica, ovvero una agibilità politica non condizionata da poteri forti. Rinuncio ad occuparmi del presente, sul quale altri pretendono di avere l’incontrastato dominio fino al limite del pregiudizio;e mi rifugio nella Storia, nella speranza che in essa si rispecchino i siciliani migliori in attesa di un Rinascimento. Quando la Sicilia, superato il fanatismo, sarà restituita alla normalità,come mi auguro,presenteremo un altro tuo libro e rifletteremo serenamente sulla tua esperienza politica e umana“.

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