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Sottufficiale della Guardia Costiera morto, il cognato: “Soccorsi non adatti ed elicotteri in ritardo”

domenica 27 Settembre 2020
Foto facebook

“Mio cognato poteva essere salvato, ci sono responsabilità molto gravi per le dinamiche con le quali lo hanno costretto ad intervenire e responsabilità dei soccorsi assolutamente in ritardo e inefficaci”.

Lo dice il capo dei vigili urbani di Venetico Antonio Crea, cognato di Aurelio Visalli, il sottuficiale della guardia costiera il cui corpo è stato recuperato in mare stamani.

“Faccio queste affermazioni forti – prosegue Crea – perché inizialmente a mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva, poi gli è stato chiesto di intervenire da terra ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo ne giubbotti di salvataggio, né salvagenti, mute, corde o altro? E’ stata una follia“.

“Avevano solo un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani – spiega -. Mio cognato tra l’altro era motorista e sotto capo, sicuramente non era compito suo. Nel frattempo uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l’altro attendeva aggrappato ad una boa“.

L’uomo prosegue: “A questo punto mio cognato e gli altri due nonostante non avessero l’equipaggiamento adatto si sono gettati in mare in mutande togliendosi la divisa per salvarlo. Ad un certo punto mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto – aggiunge -. Nessuno ha tentato di salvarlo nemmeno i suo i due colleghi perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19 prima che arrivasse l’elicottero nessuno lo ha cercato veramente. Lo hanno cercato con pochi mezzi, questo anche perché la Capitaneria di Milazzo non era dotata di una nave che potesse affrontare le onde e questo ritengo sia gravissimo, così come non concepisco che ai soccorritori è stato detto di cercarlo dalla spiaggia e a noi familiari non era stato detto nulla e lo abbiamo dovuto apprendere dalla stampa“.

Per il cognato “ci sono molti punti oscuri in questa vicenda, su come si sono svolte le ricerche che ripeto sono iniziate troppo tardi, pretendiamo chiarezza. Inoltre non capisco perché non si voglia fare l’autopsia e chiudere invece la vicenda così senza fare gli opportuni accertamenti – sostiene – Ora ci hanno promesso i funerali di Stato ma noi vogliamo solo la verità”.

I familiari

“Mio fratello era un eroe già da vivo. Penso che ogni persona che si sveglia la mattina per compiere il proprio dovere affrontando tanti sacrifici debba essere considerato un eroe”. Lo dice Roberto, fratello minore di Aurelio Visalli.

Mio fratello era buonissimo – aggiunge – aiutava sempre tutti e nei mie confronti era protettivo”.

Il padre del militare aggiunge: “Mio figlio era un ragazzo eccezionale, sempre sorridente e disponibile con tutti, prima spuntava il suo sorriso, poi lui. Affettuoso con tutti e legatissimo alla famiglia. Stava sempre in casa con la moglie e i figli che amava tantissimo. Non so come reagiranno i bambini, sono preoccupato per loro. Era molto volenteroso e determinato, ha lasciato il posto alla Msc Crociere perché desiderava fare parte della Capitaneria, ha fatto il concorso e lo ha vinto”.

 

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