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Stato di calamità a Lampedusa, Razza: “Da Roma nessun segnale dopo due mesi”

lunedì 17 Agosto 2020

Ruggero Razza torna a puntare il dito contro il governo nazionale chiarendo che quello che è stato fatto in Sicilia per l’emergenza migranti non è stato merito dello Stato.

Intervenendo con un’intervista a il Tempo, l’assessore alla Salute chiarisce come la Sicilia si trovi con l’acqua alla gola: continui sbarchi ogni ora assalgono le coste dell’Isola, gli hotspot sono pieni e la presenza dello stato di emergenza Covid in atto non aiuta.

“Abbiamo dovuto provvedere noi a un piano straordinario andando oltre le nostre competenze – dice – C’è un’emergenza nell’emergenza. Quella sanitaria legata alle presenze di così tanti migranti in Sicilia” e il governo della Regione Siciliana, il 25 giugno, ha accolto nella seduta di oggi l’allarme lanciato dall’amministrazione comunale di Lampedusa, sulle base delle disastrose conseguenze di natura economica e sanitarie provocate dall’emergenza Covid, lo stato di calamità per le isole di Lampedusa e Linosa. Da allora, a quasi due mesi, evidenzia l’assessore Razza “da Roma nessun segnale”.

Mentre Malta continua ad ignorare l’emergenza, ecco come ha risposto un portavoce della Commissione europea sulla situazione migranti in Italia e, in particolare, nell’Isola della Trinacria a fine luglio: “Nel coordinamento dei ricollocamenti dei migranti salvati in mare. Attualmente stiamo coordinando una serie di operazioni. I contatti con gli Stati membri sono in corso“, ma “non c’è un numero sostanziale di Paesi che partecipano. Vista l’urgenza di continuare a trovare soluzioni nel periodo estivo, incoraggiamo fortemente tutti gli Stati a partecipare”.

Intanto gli sbarchi non si fermano e “la situazione è diventata insopportabile”, sottolinea l’assessore Razza che più volte è andato a Lampedusa. Ieri, l’hotspot, che ha una capienza massima di 192 persone, accoglieva quasi 600 migranti. Ci sono avvolte giorni che la raffica di sbarchi porta a superare le mille persone ospitate dentro l’hotspot, costrette, però, a stare ammassate, senza poter rispettare al 100% le norme di distanziamento anti-Covid.

 

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