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Strade colabrodo nel Nisseno, il monito della Cgil: “Politica assente”

martedì 7 Agosto 2018
strade nel Nisseno
Strade invase dal fango nel Nisseno

“Mentre da decenni la politica è impegnata ad annunciare la costruzione del Ponte sullo Stretto, treni moderni per i siciliani, completamento degli anelli autostradali così da rendere competitiva ogni provincia a partire dai 22 Comuni della provincia nissena, bastano quattro gocce d’acqua per bloccare i cittadini di Mussomeli e di altri Comuni del famoso vallone, dimenticati palesemente dalla politica“. Questo il j’accuse di Ignazio GiudiceSegretario Generale CGIL Caltanissetta.

“Le strade infangate non sono una invenzione della CGIL, né dei comitati civici che  – prosegue – rivendicano strade sicure, oserei dire che tutti rivendichiamo normalità. Per un attimo dobbiamo immaginare il caso emergenziale, un cittadino di Mussomeli  che sta male ed ha urgente bisogno di una consulenza medica presso l’ospedale Sant’Elia, ecco la morte è certa come chiare ed evidenti sono le responsabilità del degrado viario.

Ignazio Giudice (CGIL)
Ignazio Giudice (CGIL)

Bisogna costruire con urgenza un comitato permanente con i Sindaci, i consiglieri comunali, le realtà associative civiche e libere, per “spiegare” con carta e penna alla mano, ai potenti di questa provincia che ci siamo rotte le scatole, che la dimensione della rottura è superata solo dalla grandezza dei fossi strada per strada. Mussomeli/Caltanissetta, Mazzarino/Niscemi, Butera/Gela, Serradifalco/Milena e potrei continuare a tutela di chi da Gela va  Vallelunga e/o Villalba via autostrada ed esce al bivio di Resuttano incapperà in 28 km di trazzera (ex S.P. CT/PA) di cui la gran parte in provincia di Palermo.

Basta con le parole lo abbiamo ripetuto talmente tante volte che nessuno più ci crede, per questo chiederemo al Prefetto di convocare un vertice specifico per la sicurezza stradale, sapendo che è un bene per i cittadini ma anche per l’economia, il trasporto su gommato ha il suo valore finanziario per imprese e quindi i lavoratori, lo ha per il turismo, tranne se i politici pensano che attraverso la visione del fango possono attrarre flussi turistici innovativi.I rinomati fanghi stradali, non più monopolio delle terme”.

 

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