La decorazione del padiglione e i mobili che l’arredavano erano stati eseguiti da Vittorio Ducrot su disegno di Ernesto Basile e l’atmosfera che ne scaturiva, rischiarata dalla suggestiva luminosità dei quadri di Bergler, in un sodalizio simbolo di un’epoca, le procurarono l’appellativo di “stanza del Sonno”, a tal punto era capace di stregare i visitatori.