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Teatro, in scena “Biancaneve”: viaggio tra le pieghe dell’inconscio e la fiaba | VIDEO

venerdì 11 Ottobre 2019

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Tra sogno, fiaba e rappresentazione teatrale è andato in scena, nella sala Strehler del Biondo, l’unica replica di “Biancaneve“, manifesto artistico della compagnia Teatro del Carretto.

Lo spettacolo, infatti, risale al 1983 e da allora ha girato il mondo attraversando numerose nazioni,  riscuotendo sempre grande successo (si contano oltre 2500 repliche – ndr); e avendolo visto si capisce facilmente il perchè.

In un grande mobile di legno sono custoditi spazi, personaggi, attori e scenografia in quello che si può definire un delizioso scrigno di “artigianato rappresentativo” e che rappresenta le camere dell’inconscio.

BIANCANEVE

Tratto dal testo di Jacob e Willhelm Grimm si racconta la ben nota fiaba di Biancaneve ma con un serie di accorgimenti tecnico stilistici che rendono la pièce uno spettacolo non solo per bambini ma anche, o forse soprattutto, per gli adulti che vogliono ancora sognare, anche dentro un teatro.

Attori e personaggi della fiaba compaiono tutti da questo mobile che li ospita: la prima a comparire è una dama, dalle delicatissime movenze, che imbastisce con i suoi gesti le trame iniziali della storia della piccola Biancaneve.

Nei diversi passaggi della storia vengono fuori la perfida matrigna, la piccola Biancaneve, il cacciatore, i sette nani e, ovviamente, il principe in un gioco di scale dimensionali in cui a volte la matrigna è umana e spunta sul palcoscenico e altre è in forma di marionetta e si dimena nelle irreprensibili sequenze di Giacomo Vezzani e Giacomo Pecchia, in perfetto equilibrio con gli attori, bravissimi, Anna Solinas e Ian Gualdani.

Estremamente poetici, poi, i nani nei quadri del lavoro in miniera o, nella versione più grande, nella fila indiana che spunta da dietro le quinte.

A completare, infine, questo piccolo quadro narrativo, che ben si colloca tra il viaggio interiore, il sogno e il lavoro teatrale, sono la voce fuori campo e le bellissime musiche, evocative e suggestive; scene e costumi sono di Graziano Gregori, adattamento e regia di Maria Grazia Cipriani.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del cartellone della quinta edizione del Festival Teatro Bastardo.

 

 

 

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