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Treni: il governo Musumeci blocca il rincaro dei biglietti in Sicilia

lunedì 20 Dicembre 2021
Falcone Musumeci

Nessun aumento dei biglietti ferroviari per i siciliani. Lo ha deciso il governo Musumeci, che nell’ultima seduta di giunta ha approvato la “sterilizzazione” dei preventivati aumenti del 10 per cento sulle tariffe adottate da Trenitalia in Sicilia.

«Ancora una volta, il governo regionale fa la sua parte – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – mantenendo l’impegno assunto per il blocco degli aumenti tariffari decisi da Trenitalia e confermando le tariffe agevolate per le tratte ferroviarie con maggiori criticità. Sin dal nostro insediamento, abbiamo lavorato a tutto campo per il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico regionale e l’acquisto di 21 treni Pop, da destinare ai collegamenti ferroviari con maggiore domanda, migliorerà notevolmente l’interconnessione con i principali nodi urbani, produttivi e logistici della Sicilia. Attendiamo adesso che Roma batta un colpo, affinché l’Isola possa finalmente ottenere il diritto alle “tratte sociali” e a  fondamentali infrastrutture come il collegamento stabile sullo Stretto, per non restare fuori da ogni processo di velocizzazione del trasporto su ferro».

«Il rinvio di tali adeguamenti del costo dei biglietti, programmati nell’ambito del contratto di servizio, è una scelta di buonsenso – sottolinea  l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone – che abbiamo adottato tenendo conto delle aspettative degli utenti e del permanere della crisi Covid-19, con le conseguenze costanti e forti in termini di calo della mobilità. Scongiuriamo così che, agli aumenti generalizzati di bollette e beni in generale, si aggiungano ulteriori costi per i cittadini».

«Inoltre – prosegue Falcone – confermiamo anche per il 2022 le corpose agevolazioni sul prezzo dei biglietti per le tratte più svantaggiate della nostra Isola, cioè la Modica-Caltanissetta, la Piraineto-Trapani e la Caltagirone-Catania, con scontistiche che vanno dal 30 al 50 per cento, finanziate con le penali sui disservizi che Trenitalia versa alla Regione».

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