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Una panchina rossa alla Rosolino Pilo per raccontare le donne vittime di ogni violenza | VIDEO INTERVISTE

martedì 4 Giugno 2019

Alla Direzione didattica Rosolino Pilo di Palermo, il progetto sulla legalità dal titolo “Il coraggio e la libertà: Lia Pipitone”, è stato dedicato proprio alla figura della donna uccisa trentacinque anni fa dalla mafia, ed ha visto il coinvolgimento di molti alunni dell’ istituzione scolastica.

Per la realizzazione del progetto la scuola si è avvalsa della professionalità degli esperti esterni Mari Albanese e Angelo Sicilia, affiancati dalle docenti tutor Pamela Vassallo e Rosa Maria Tuttolomondo.

Gli alunni sono stati guidati in un cammino di conoscenza della vita di questa giovane donna, del suo coraggio di ribellione alla famiglia, della sua voglia di riscatto e di libertà. Prendendo spunto da questa figura, è stato inoltre affrontato il tema delle donne, al fine di sviluppare i valori della legalità e interiorizzare atteggiamenti di non violenza e di rispetto nei confronti delle stesse.

Inoltre, mediante il teatro dei pupi siciliani, quale strumento di espressione e creatività, è stato allestita una rappresentazione teatrale sulla vita di Lia Pipitone, per la quale i bambini sono “diventati” creativi scenografi, abili manovratori e bravi attori. I costumisti sono stati, invece, genitori e nonni, i quali hanno realizzato costumi bellissimi e ricchi di particolari.

A coronamento del progetto, lunedì giugno 2019, nei locali della sede centrale della scuola di via Sebastiano La Franca 70, si è tenuto l’evento conclusivo in cui è stato messo in scena lo spettacolo dell’opera dei Pupi Antimafia La stanza di Lia”, preparato durante le ore laboratoriali.

Inoltre da un’idea di Mari Albanese, accolta con grande entusiasmo dalla dirigente scolastica Calogera Pizzolanti e dalla referente del progetto Pamela Vassallo, nello stesso pomeriggio è stata inaugurata una panchina rossa in memoria delle donne vittime di ogni forma di violenza.

Determinante è stato l’apporto del consigliere comunale Dario Chinnici, il quale ha sposato immediatamente l’idea contribuendo fattivamente alla sua realizzazione.

L’installazione permanente della panchina negli spazi esterni della scuola indicherà la presenza di un presidio di legalità nel quartiere e diventerà simbolo per la difesa dei diritti delle donne, contro ogni sopruso e ogni maltrattamento.

Si tratta di un’opera d’arte che accoglierà simbolicamente i nomi delle donne vittime di ogni violenza, un filo rosso che unisce le atrocità del femminicidio alla vittime per mano mafiosa.

 

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