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Una pratica virtuosa cavalcata da due grandi uomini di Santo Stefano Quisquina

lunedì 1 Aprile 2019

Ma i semi sono invisibili. Dormono tutti nel segreto della terra finché a uno di loro non piglia il ghiribizzo di svegliarsi. Allora si stiracchia e fa spuntare timidamente verso il sole uno splendido, innocuo germoglio“. (Antoine de Saint-Exupéry)

Partiamo dal grande autore de Il Piccolo Principe per raccontarvi una moda ecologica, all’insegna della semplicità, lanciata come segno d’affetto e rispetto per noi stessi e per la nostra terra.

Un post, apparentemente come tanti, diventato virale in pochissimo tempo, con un quid in più, quello insito nel messaggio che non è solo fatto di parole al vento, ma di efficacia e fattibilità. Abbiamo deciso di raccontarvi questa idea perché cavalcata da due uomini concreti che dell’attaccamento alla terra e al territorio, Santo Stefano Quisquina, hanno fatto il loro manifesto di vita.

Foto Linda Rametta

I promotori e attivatori di questa pratica virtuosa, di cui hanno visto la bontà, sono: Giuseppe Adamo, Segretario generale presso l’Eremo della Quisquina, che custodisce la grotta dove si rifugiò Santa Rosalia a cui è dedicato l‘Itinerarium Rosaliae, un Cammino di Santiago dal sapore siculo, padrone di casa e guida colta e ispirata, e Lorenzo Reina, artista a tutto tondo, “Deus ex machina” di Rocca Reina, Fattoria dell’Arte, porta aperta sui Monti Sicani, creatore del Teatro Andromeda, Tempio a cielo aperto, che rimanda alla costellazione omonima che, così lontana dalla nostra galassia,  in questo luogo di malìa diventa tangibile, palpabile.

Se “Le idee camminano sulle gambe degli uomini“, frase che commuove al solo pronunciarla, trattandosi di quelle di Giuseppe e Lorenzo non potevano essere frenate, ma accelerate.

Questo il messaggio, diventato tam tam mediatico, che riportiamo integralmente:

Cari amici

Presto sarà la stagione dei frutti come susine, pesche, nespole, ciliegie, albicocche… La mia richiesta a tutti è di non gettare i semi nel cestino della spazzatura ma, invece, di lavarli, asciugarli al sole, conservarli in una busta di carta e tenerli in macchina. Ogni volta che uscite e andate in campagna, mentre siete in viaggio e le campagne sono vuote lanciate questi semi. Con questo semplice atto, possiamo contribuire a rendere più verde questo nostro mondo. Il governo thailandese lo ha promosso a tutti i suoi cittadini negli ultimi anni. Molti dei loro distretti ufficiali hanno condotto questa campagna in modo aggressivo, avendo molto successo. Il numero di alberi da frutto in natura si è moltiplicato soprattutto nella parte settentrionali della Thailandia.

Foto Linda Rametta

A chi si stupisce di questo messaggio, definendolo bufala, vogliamo ricordare che questa, un tempo, quando non esistevano i rifiuti, era una prassi abituale nelle famiglie contadine; quello che oggi chiamiamo umido in realtà veniva dato agli animali da cortile, galline, conigli, cani, gatti, e i semi si conservavano gelosamente. La bellezza della tradizione che dal passato si fa presente, che rivive in un mondo in cui bisognerebbe fare proprie le parole di Konrad Lorenz: “In natura la verità è sempre assai più bella di tutto ciò che i nostri poeti, gli unici autentici maghi, possono anche soltanto immaginare“.

Con piccoli gesti, come questo, possiamo fare grandi cose, proviamoci, crediamoci e coloriamo di verde questo mondo che lasceremo in eredità ai nostri figli, ricordando che ogni piccola cosa in natura ha un racconto da rivelare a chi sa guardare e ascoltare.

 

 

[Foto copertina di Federica Maniscalco. Foto all’interno dell’articolo di Linda Rametta]

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