Condividi

Un’altra aristocrazia in “Vita di un gattopardo”, diario dell’anima su un mondo andato

venerdì 31 Gennaio 2020

Le vicende singole e collettive, gli stili di vita spagnoleschi, l’esagerazione come segno distintivo, la concezione del tempo marcata da ritmi imprescindibili, segni distintivi di un modo di essere dell’aristocrazia siciliana, hanno affascinato da sempre quanti si sono interessati alla storia della Sicilia.

Non è un caso che il Gattopardo, del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che di tutto questo fa metafora, sia stato il romanzo italiano più venduto nel mondo. A rinverdire quel mondo è, oggi, Giuseppe Giaconia di Migaido, con il suo Vita di un gattopardo (Salvatore Marsala editore), un romanzo che è anche una sorta di diario della storia di un personaggio immaginario, il barone Giovanni Villarosa di Regalcaccia, vissuto fra la seconda metà dell’ottocento e la prima metà del novecento.

L’autore, raffinato rampollo di una famiglia che ha radici nei cavalieri normanni che liberarono la Sicilia dal dominio musulmano e che quindi de la noblesse sicilienne è parte, appare il più indicato a far rivivere questa storia anche se, si potrebbe dire, che corra il rischio di un più che naturale coinvolgimento.

Un rischio ampiamente sventato visto che, nonostante un evidente velo di nostalgia e di rammarico, l’autore non sembra lasciarsi travolgere da simpatie e sentimenti. Nessuno sconto, dunque, per quei vizi che avrebbero portato alla rovina del mondo aristocratico, nessun velo per le evidenti inclinazioni negative come la tendenza allo sperpero, l’orgoglioso rifiuto di accettare il mondo che cambia, i pregiudizi di casta ma tutto  scritto con delicatezza di tratto scandita, giorno dopo giorno, in questo diario dell’anima.

Per ottenere questo risultato, Giaconia inventa un personaggio positivo, non il classico barone siciliano che la letteratura ci ha tramandato, cioè un nobile arrogante e insensibile alle vicende umane del mondo che lo circonda, ma al contrario un uomo che, pur geloso della sua condizione sociale, fa della rettitudine la sua cifra identitaria quasi che attraverso questo ideal tipo si potesse trovare un’attenuante per una casta sociale, che storicamente ha sbagliato “quasi tutto”.

Questo articolo fa parte delle categorie:
Condividi
ilSiciliaNews24

Francesco Zavatteri: “Chi spaccia il crack vende morte ai ragazzi” CLICCA PER IL VIDEO

Seconda parte dell’intervista de ilSicilia.it a Francesco Zavatteri, padre di Giulio, giovane artista palermitano, ucciso da un’overdose di crack all’età di 19 anni il 15 settembre 2022. L’importanza delle strutture nei quartieri delle città, le proposte dal basso e le iniziative legislative sul tema della tossicodipendenza.

BarSicilia

Bar Sicilia, Di Sarcina e la rivoluzione dei porti del mare di Sicilia Orientale CLICCA PER IL VIDEO

Dal Prg del porto di Catania ai containers ad Augusta, passando per lo sviluppo di Pozzallo e l’ingresso di Siracusa nell’AP, il presidente Di Sarcina spiega obiettivi e progetti

La Buona Salute

La Buona Salute 63° puntata: Ortopedia oncologica

La 63^ puntata de La Buona Salute è dedicata all’oncologia ortopedica. Abbiamo visitato l’Ospedale Giglio di Cefalù, oggi punto di riferimento nazionale

Oltre il Castello

Castelli di Sicilia: 19 ‘mini guide’ per la sfida del turismo di prossimità CLICCA PER IL VIDEO

Vi abbiamo accompagnato tra le stanze di 19 splendidi Castelli di Sicilia alla scoperta delle bellezze dei territori siciliani. Un viaggio indimenticabile attraverso la storia, la cultura, l’enogastronomia e l’economia locale, raccontata dai protagonisti di queste realtà straordinarie.