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Variante Delta, il piano di Draghi: tornano le zone, tamponi a tappeto

lunedì 12 Luglio 2021

“L’ampia distribuzione dei nuovi casi sul territorio nazionale indica una ridotta ma persistente circolazione diffusa del virus nel nostro paese” avverte l’Istituto Superiore di Sanità nel monitoraggio settimanale. A preoccupare la variante Delta approdata anche in Sicilia e che incalza senza sosta in tutta la Penisola, “Entro 10 giorni sarà dominante”, ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute.

E’ vero che in paesi come la Gran Bretagna, la Spagna e il Portogallo, la variante è ormai prevalente, ma gli esperti del Ministero della Salute sono in allerta e il governo Draghi è pronto ad intervenire per evitare l’irreparabile. Ecco instaurato un tavolo tecnico per discutere sulle possibili nuove misure di contenimento della variante Delta, che continua ad avanzare tra i casi di Covid 19 a causa della maggiore trasmissibilità che la caratterizza, e che può avere un impatto rilevante in Italia. Prossimo obiettivo sarà, ora, quello di definire con maggiori dettagli i parametri che servono a stabilire i profili di rischio per le Regioni, in forza della nuova mutazione del virus e della sua diffusione capillare.

Rafforzare le attività di  tracciamento, potenziare il sequenziamento e accelerare i richiami  vaccinali sono le raccomandazioni contenute in una circolare del  Ministero della Salute, che detta le misure alla luce di una ‘Allerta  internazionale variante Delta: incremento dei casi Covid-19 in diversi Paesi europei’ .

Il netto calo dei contagi e delle ospedalizzazioni testimoniava un’estate “normale”, ma poi anche l’Italia si è ritrovata a fare i conti con la variante Delta che sta cambiando gli scenari epidemiologici nel nostro paese, facendo incrementare i nuovi casi del 41,2% rispetto alle infezioni degli ultimi sette giorni.

Secondo uno studio pubblicato dal “Corriere della Sera”, che analizza l’evoluzione dell’epidemia da Coronavirus in Italia e all’estero, a preoccupare l’Esecutivo è la previsione di un balzo dai 3mila nuovi casi del mese di luglio agli 8mila – che potrebbero arrivare anche a 11mila – di fine agosto.

Così, la ripresa a settembre, compresa quella delle scuole dove si auspicava il ritorno in classe e quindi delle lezioni in presenza, potrebbe dunque essere messa in discussione. Un ruolo fondamentale lo gioca la campagna di immunizzazione, perché il vaccino è l’unica arma per contenere la diffusione del contagio e debellare il virus. Questa è la differenza rispetto all’anno scorso, anche se le somministrazioni non hanno ancora raggiunto coperture sufficienti in tutte le fasce di età.

E considerato che in Italia la Delta è destinata a diventare dominante a fine di agosto, il Governo nazionale è già pronto ad intervenire concretamente per contrastare l’impennata di nuovi casi, intensificando sequenziamento, tracciamento e aumentando il numero dei tamponi, ma ipotizzando nuove strette.

Il ritorno alle zone colorate non è, dunque, un’ipotesi tanto lontana e le prime a saltare potrebbero essere quelle bianche. Il solito automatismo farebbe scattare il passaggio in arancione per quelle regioni dove l’incidenza supera i 50 casi ogni 100mila abitanti. Il prossimo monitoraggio sarà fondamentale per capire in quali territori la Delta ha fatto aumentare i positivi fino al livello di guardia.

Si discute, inoltre, di accogliere la richiesta di quei governatori che chiedono di cambiare i parametri per il passaggio di fascia delle regioni: non solo i dati epidemiologici potrebbero determinare il cambio di colore, ma anche quelli relativi alla pressione sugli ospedali, e quindi  la conta dei ricoveri, e non l’Rt, potrebbe essere altro criterio di determinazione dello stesso, dato che ora, grazie alla massiccia campagna vaccinale l’impatto del rialzo dei ricoveri per i casi di positività dovrebbe essere più contenuto.

Senza dimenticare la questione di altro importante dispositivo di protezione individuale: le mascherine. Accantonata per ora l’ipotesi dell’abolizione dell’obbligo di utilizzo al chiuso, si torna piuttosto a discutere del loro ritorno all’aperto in zona gialla. Alla luce di quello che sta accadendo in Spagna tra i giovani, rischia di allontanarsi anche l’apertura delle discoteche a causa della variante che avanza. Neanche con il green pass, la certificazione verde che a breve diventerà un vero e proprio passe-partout.

 

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