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Venti aziende siciliane al World Food di Mosca, l’assessore Turano: “Enormi margini di crescita”

sabato 28 Settembre 2019
cibo

Venti aziende siciliane del settore agroalimentare hanno partecipato dal 24 al 27 settembre al World Food di Mosca, la più importante fiera del food & beverage della Russia.

Imponenti i numeri registrati dalla fiera moscovita: 1763 aziende presenti provenienti da 65 nazioni diverse e da 42 regioni russe e un afflusso di visitatori, player e buyer che si è attestato nei quattro giorni sulle 50.000 presenze. L’evento, che si ripete ogni anno, ha come obiettivo quello di mettere in relazione i principali soggetti acquirenti di bevande e alimenti con le aziende produttrici di tutto il mondo.

La presenza dell’agroalimentare siciliano è stata possibile grazie alla Regione Siciliana che tramite l’Assessorato regionale alle Attività produttive ha finanziato la partecipazione della collettiva dell’Isola al padiglione Italia a Mosca. Nella capitale russa sono così arrivate prelibatezze quali il cioccolato di Modica, il pistacchio di Bronte, la gastronomia siciliana, l’olio extravergine, i vini siciliani ed altri prodotti da forno.

Mimmo Turano
Mimmo Turano

Con oltre 2 miliardi di euro di interscambio nel 2018, la Sicilia è il secondo partner commerciale dei russi, seconda in Italia alla sola Lombardia – sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turanoe per il settore agroalimentari le esportazioni hanno un valore complessivo di 3,8 milioni di euro. Abbiamo fortemente voluto le nostre imprese nella capitale russa perché crediamo che nonostante le sanzioni ci siano enormi margini di crescita per l’agroalimentare siciliano in Russia, il nostro obiettivo è creare le condizioni per migliorare sensibilmente le performance di un mercato come quello siciliano che come ha dimostrato il World Food è di sicuro interesse per Mosca“.

La trasferta russa delle imprese siciliane ha particolare valore se si considera il contesto delle sanzioni economiche emanate dall’Unione Europea nei confronti della Russia, che impediscono di fatto ai produttori italiani di esportare frutta fresca, carni, latte e derivati.

L’embargo ha determinato un consistente calo del fatturato per le imprese italiane che fanno affari in Russia ma non ha comunque impedito all’export agroalimentare italiano di compensare nel 2018 e almeno parzialmente le perdite, grazie alla crescita di altri comparti afferenti alle paste alimentari, ai pomodori pelati e polpe, ai tabacchi e agli oli.

 

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