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Viaggio nel mondo di Henri Cartier-Bresson: la mostra alla Galleria d’Arte Moderna

giovedì 5 Ottobre 2017

Nel dichiarare di “non capirci niente di fotografia“, Henri Cartier-Bresson, l’ “occhio del secolo“, ha forse inconsapevolmente esposto il manifesto perfetto del suo fare arte.

Dal 21 0ttobre al 25 febbraio 2018 la Galleria d’Arte Moderna di Palermo, piazza Sant’Anna, ospiterà la mostra “Henri Cartier-Bresson Fotografo” composta da 140 scatti realizzati dal più innovativo “realizzatore di immagini” del ventesimo secolo: un’occasione unica per intraprendere un viaggio nel suo mondo, testimonianza di un uomo consapevole, dal lucido pensiero e dalla spiccata sensibilità.

Usare la macchina fotografica come si usa un taccuino: parte da qui il genio di chi osserva e sa scegliere il momento unico in cui cogliere “il silenzio interiore“, indispensabile a rendere in immagine la personalità e non solo l’espressione.

Quando scatta l’immagine guida che è stata scelta per questa rassegna monografica allestita a Palermo, Henri Cartier-Bresson è appena ventenne. Ha comprato la sua prima Leica da appena due anni, ma è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade tra cui pittura e cinema.

La macchina fotografica, alla fine però, è per lui lo strumento congeniale a supporto dell’intuito: “il padrone del momento che, in termini visivi, domanda e decide nello stesso tempo“.

Ciò che ha reso Cartier-Bresson un mito è la capacità di attendere l’attimo discriminante mentre si lascia coinvolgere da ciò che ha di fronte, non deformando la semplicità del soggetto.

Significato e qualità dell’opera, dunque, sono i due principi sovrani a cui sottostare.

Per parlare di Henri Cartier-Bresson – afferma Denis Curti, curatore della mostra – è bene tenere in vista la sua biografia. La sua esperienza in campo fotografico si fonde totalmente con la sua vita privata. Due episodi la dicono lunga sul personaggio: nel 1946 viene a sapere che il MOMA di New York intende dedicargli una mostra “postuma”, credendolo morto in guerra e quando si mette in contatto con i curatori, per chiarire la situazione, con immensa ironia dedica oltre un anno alla preparazione dell’esposizione, inaugurata nel 1947. Sempre nello stesso anno fonda, insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour, e William Vandivert la famosa agenzia MagnumPhotos.Insomma, Cartier – Bresson è un fotografo destinato a restare immortale, capace di riscrivere il vocabolario della fotografia moderna e di influenzare intere generazioni di fotografi a venire”.

La mostra è una selezione curata in origine dall’amico ed editore Robert Delpire e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson, istituzione creata nel 2003 assieme alla moglie Martine Franck ed alla figlia Mélanie e che ha come scopo principale la raccolta delle sue opere e la creazione di uno spazio espositivo aperto ad altri artisti.

L’allestimento alla GAM è curato da Denis Curti e Andrea Holzherr per conto di Magnum.

 

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