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Deputato low profile, la nuova vita auto-sospesa di Claudia La Rocca all’Ars

giovedì 1 Dicembre 2016

Claudia La Rocca aveva accolto in tempo reale l’invito di Beppe Grillo all’auto-sospensione, per chi fosse stato indagato nell’inchiesta sulle firme false a Palermo. Per lei, il travaglio era cominciato qualche settimana prima, quando aveva deciso di recarsi dai Pm per ammettere che quella sera di aprile di quattro anni fa anche lei era in quella stanza, in via Sampolo, dove furono ricopiate quasi 2mila firme per correggere un errore anagrafico di un candidato che avrebbe comportato l’eslcusione della lista dalle comunali.

Dopo essersi tolta quel peso, La Rocca ha preferito mantenere un profilo basso. Per settimane a Palazzo dei Normanni non l’hanno più vista, è rientrata venerdì scorso, in sordina. Da auto-sospesa la deputata regionale è stata accolta dai suoi colleghi parlamentari dei 5 stelle, che nel frattempo hanno allontanato la collaboratrice Samantha Busalacchi, fedelissima del deputato Riccardo Nuti. Anche lei indagata, la Busalacchi, a differenza di La Rocca s’è accodata al gruppo dei parlamentari nazionali che ha risposto alle accuse con le querele, negando la ricopiatura delle firme e avvelendosi della facoltà di non rispondere quando è stata interrogata dai pm.

La Rocca sta riannodando le fila della sua attività che aveva interrotto nel pieno delle polemiche. In questi giorni è regolarmente al suo posto, tra i banchi che occupano i 5stelle a sala d’Ercole, dove è in corso l’esame della manovra di assestamento. Vive comunque in una sorta di limbo: essendo sospesa non può usare al momento il simbolo del M5s, ma i suoi colleghi grillini le hanno chiesto di proseguire il lavoro, manifestandole in questo modo fiducia e incoraggiandola dopo i giorni che ha vissuto in solitudine.Insomma, da parte del gruppo c’è fiducia nei confronti della deputata che in quattro anni di legislatura s’è distinta per abnegazione e serietà nell’attività parlamentare. Nonostante sia auto-sospesa, La Rocca continua a rispettare le regole del movimento, rinunciando, come fanno gli altri, a buona parte dell’indennità parlamentare.

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