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Andare dallo psicologo come alternativa al «tenere tutto dentro»

venerdì 6 Aprile 2018

Tenere tutto dentro, sembra essere diventato un motto o un monito. Lo facevano le massaie di una volta, che stavano tutto il tempo a casa, vivendo grosse e pesanti frustrazioni, lo facevano anche gli uomini che cercavano altro tipo di sfogo fuori dal focolaio domestico e lo facciamo tutti ancora oggi, nel 2018. Perché? Cosa ci porta a vivere, covando pensieri che non verranno mai elargiti oabreagiti (con tutti gli effetti che ne conseguono)?

Al contrario, da bambini, tutti abbiamo avuto difficoltà a mantenere un segreto troppo a lungo. Abbiamo, cioè, conosciuto l’altro versante: quello dell’essere “panza lenta” o “lavandaia”. Fino a quando, in età piuttosto adulta, ci si accorge sempre di più che la cosa migliore da fare sia non sbottonarsi troppo con nessuno. È come un passaggio obbligato che tutti siamo costretti ad attraversare, rimanendo più o meno illesi, feriti, sopravvissuti. Gli amici, in questo senso, non sono mai troppo leali tanto da meritare una fiducia spassionata. Se malauguratamente, infatti, un rapporto, per un motivo o un altro, finisce, molti si sentono in diritto o autorizzati a rivelare ciò che è stato loro confidato o che hanno percepito, tra l’altro con i propri ovviamente disfunzionali parametri, misure e con tutti i rischi ed effetti collaterali che ne conseguono.

Ma non è il solo motivo per cui, con l’esperienza e la maturità, si preferisce essere più riservati, rispetto a ciò che riguarda la propria vita (peccato non si riesca a essere discreti quando si tratta di fatti altrui…). Lo si diventa anche perché ci si sente, spesso, criticati gratuitamente, incompresi, oggetto e causa di discussioni sterili e tossiche, perché ci si rende conto che l’alchimia che spinge una persona ad aprire il proprio cuore è rara e, quando succede, ha pure una certa durata ovvero è a tempo determinato, va a esaurimento…. Non ultima ragione che spinge alla clausura della parola sembra essere il tempo. Ognuno di voi avrà notato, nel proprio universo relazionale, il fatto che la superficialità sia preferita da molti e che la nascondano bene dietro la mancanza di tempo. Non prendiamoci in giro, non si tratta solo di questo, perché il tempo lo possiamo trovare –anche se non è sempre facile- per aprire uno spazio all’ascolto: del coniuge, di un amico, di un caro (escludendo, magari, l’estraneo, se non lo si deve fare per lavoro).

C’è sempre una sottile vena di opportunismo ed egotismo oltre a quello che può essere un giusto sistema difensivo che regola i rapporti umani ed è davvero un lato triste della nostra natura. Ecco perché la figura dello Psicologo incalza e diviene sempre più essenziale. Tenere dentro i pensieri tossici e negativi non può fare bene. Si finisce con l’implodere se non con l’esplodere. E queste manifestazioni di rabbia, frustrazione, disagio sono quelle che, a lungo andare, deformano il modo di essere di una persona, la appiattiscono o la rendono insopportabile, fino a deturpare di ogni ubertoso seme il terreno in cui abbiamo disseminato la nostra intimità, creato il nostro rifugio, erto le nostre fortezze, quelle in cui dovremmo sentirci protetti, rassicurati, confortati, sereni e amati.

Il compito dell’esperto diviene allora quello non solo di studiare con attenzione la storia del paziente, tutti i suoi inconfessabili segreti e pensieri, desideri o sogni, ma anche quella di riscriverla, insieme e a quattro mani. A volte, cambiando tutto, a volte, senza mutare apparentemente nulla ovvero con una variazione armonica del mondo interno. L’importante è tenere presente il fatto che l’ascolto di un professionista non è paragonabile a quello di un amico, in quanto i parametri, gli strumenti e la formazione sono scientifici e clinici. L’intento non è soltanto di essere un buon holding, ma anche quello di elicitare il benessere psicofisico e relazionale.

Viviamo tutti quanti molte frustrazioni. Tollerarle è importante, quanto evitarne alcune. Vivere accanto a una persona che non ci ama adeguatamente può, per es., provocare l’attivarsi di leucemie o ictus. La salute è un bene prezioso. Lo Psicologo può, spesso, aprire la mente e fare respirare la personalità in poche sedute, evitando ulteriori dolori e spese sanitarie.

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