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Attenzione alla “sindrome dell’occhio secco” causata dall’abuso di smartphone e tablet

giovedì 23 Marzo 2017
Officer selection officers and recruiters will soon use the cameras on their government issued smart phones and BlackBerrys after a new change in policy by Marine Corps Recruiting Command. The policy change, which will only effect MCRC, will allow recruiters and OSOs to take pictures of an applicant’s tattoos and physical appearance and forward them to their government e-mail or approved Gmail accounts.

È un disturbo dell’occhio tra i più ignorati e sottovalutati secondo l’OMS, ma con il sempre maggiore utilizzo di smartphone e tablet è oggi più frequente, soprattutto fra i bambini nativi digitali, l’80% dei quali già fra i 3 e i 5 anni è in grado di usare il telefonino di mamma e papà, l’11% a 10-11 anni ha uno smartphone e il 4% un tablet.

E’ la ‘sindrome dell’occhio secco’, che porta bruciore e prurito insistente, lacrimazione irregolare e nei casi più gravi dolore e fastidio come per la presenza di un corpo estraneo negli occhi. La denuncia è del ‘Centro Italiano Occhio Secco‘ (Cios) che col patrocinio della Società Oftalmologica Italiana (Soi) dal 3 al 7 aprile promuove la ‘Campagna nazionale di prevenzione e cura dell’occhio secco’ a cui hanno aderito Centri ospedalieri a Roma, Catania, Napoli, Milano e Varese.

 

Perché non basta ricorrere a colliri e lacrime artificiali, a lungo andare controindicate, ma sono necessari esami specifici e terapie d’avanguardia anche per la rigenerazione delle ghiandole lacrimali palpebrali. In Italia i numeri non sono confortanti, se si pensa che ne soffre il 90% delle donne in menopausa (a causa della caduta ormonale) e il 25% degli over 50 con alti costi professionali e costi economici pari a 600 euro/anno per ciascun malato. Ma se le cause generali vanno ricercate in più ambiti (come inquinamento dell’aria, menopausa, uso continuo di lenti a contatto e il fumo di sigaretta) più recentemente si è visto un enorme aumento del problema nei bambini, per i quali il fattore scatenante è l’abuso di smartphone e tablet.

“È una sindrome con diverse concause – spiega Lucio Buratto, presidente del Cios – ma è provocata dal malfunzionamento della ghiandola lacrimale: le palpebre, aprendosi e chiudendosi circa 15 mila volta al giorno (ammiccamento), distribuiscono in modo uniforme e continuo il film lacrimale sulla superficie dell’ occhio, favorendone il ricambio. Tenendo la testa piegata sullo smartphone per ore, già la posizione porta ad aprire di più le palpebre e quindi maggiore è l’evaporazione del film lacrimale, ma la maggior concentrazione porta ad ammiccare sempre meno, e a lungo andare le ghiandole lacrimali non funzionano più, si chiudono. Così comincia la sindrome dell’occhio secco. Bisogna insegnare a tutti, soprattutto ai bambini, a usare lo smartphone con più accortezza e responsabilità”, conclude Buratto.

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