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Diktat di Di Maio: “O si fa come diciamo noi o il voto”. Il Pd: “Se vuole rompere lo dica”

venerdì 30 Agosto 2019

“Se entreranno i nostri punti nel programma di governo si potrà partire altrimenti meglio il voto” parola di Luigi Di Maio. 

“O siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti. Non guardiamo a un governo solo per vivacchiare, consideriamo alcuni dei punti del documento imprescindibili”.

Lo ha detto il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio al termine delle consultazioni con il presidente incaricato Giuseppe Conte.

Da parte del M5S c’è una “netta contrarietà alla patrimoniale – ha detto Di Maio – Il carico fiscale è anche disordinato a causa della burocrazia, e questo dovrà essere un governo pro-imprese. L’aumento dell’Iva va bloccato”.” Riteniamo che non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza. Vanno tenute in considerazioni le osservazioni del capo dello Stato ma senza modificare la ratio di quei provvedimenti. Ho detto che non rinneghiamo questi 14 mesi di governo”. Al termine dell’incontro Di Maio ha consegnato a Conte un documento con 20 punti programmatici.

Non tarda la risposta dei Dem, affidata all’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando: ‘Di Maio incomprensibilòe, dica se ha cambiato idea’.

“I democratici sono impegnati a sostenere lealmente lo sforzo del presidente Conte. Questo sforzo da solo ha già fatto recuperare fiducia nell’Italia. Gli ultimatum di Di Maio al presidente incaricato sono davvero inaccettabili” afferma Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera. 

“I dati Istat dicono che il Pil è diventato negativo con il governo gialloverde. Noi vogliamo evitare recessione e aumento Iva. Ma proprio per questo gli ultimatum e le minacce di Di Maio sono irricevibili” scrive poi Maria Elena Boschi.

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