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L’ex pm Ingroia plaude al nuovo governo e chiede interventi contro mafia e corruzione

lunedì 4 Giugno 2018
Ingroia

“Il governo Conte sarà davvero il governo del cambiamento? Da cittadini non possiamo che augurarcelo, e non possiamo non dare un certo credito d’avvio al nuovo governo”.

Lo scrive in un suo articolo Antonio Ingroia, fondatore di Lista del Popolo per la Costituzione e direttore del giornale online Giustizia.

“Di fronte al rischio che nascesse l’ennesimo “governo tecnico” del Presidente, presieduto da Carlo Cottarelli, il governo Conte è manna dal cielo. Va considerato migliore di qualsiasi “governo tecnico” e di qualsiasi “governo del Presidente”, che sarebbero stati all’insegna del commissariamento italiano da parte delle Istituzioni Europee, sul modello del tremendo Governo Monti. Bene anche i Ministri, complessivamente abbastanza nuovi, tranne qualcuno, e tutti abbastanza fuori dal coro. Il Governo non può essere promosso o bocciato prima ancora di essere esaminato. Va quindi messo alla prova e verificato nei singoli passi che farà”.

“In materia di Giustizia – aggiunge l’ex pm – le cose che andrebbero fatte con urgenza sono soprattutto due: in primo luogo, intervenire contro mafia e corruzione; e la seconda cosa da fare subito è una complessiva riforma della giustizia che accorci i tempi ancora oggi insostenibili dei processi, penali e civili”.

“Sul piano politico – prosegue ancora Ingroia – il dato più importante è che il M5S per la prima volta va a governare e per farlo è stato costretto ad infrangere il tabù ‘alleanze mai con nessuno’, accordandosi con la Lega. Vedremo cosa ne verrà fuori. L’augurio è che, infranto il tabù, i leader e la base del Movimento capiscano che per governare processi di cambiamento occorrono alleanze, e soprattutto alleanze strategiche con movimenti politici e mondi ‘affini’. Quando il M5S capirà che per “cambiare l’Italia” occorre fare alleanze strategiche ‘pre’ e non ‘post’ elettorali, così creando le premesse per costruire un vero Polo del Cambiamento, ci avvieremo davvero verso una rivoluzione copernicana del sistema politico italiano”.

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