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Palermo 2018. Cgil: “Si parta dal rilancio dei teatri. Solo 4 su 16 sono attivi in città”

mercoledì 1 Febbraio 2017
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«La nomina di Palermo a Capitale nazionale della Cultura per il 2018 può essere l’occasione per l’affermazione della grande ricchezza di artisti che la nostra città possiede e può rappresentare un indiscutibile volano non solo culturale ma anche economico, con le infinite occasioni di lavoro, di occupazione, che può determinare». A dichiararlo è Maurizio Rosso, segretario generale della Slc Cgil Palermo, che si occupa in modo specifico del settore.

maurizio-rosso-slc-cgil«Palermo – aggiunge Rosso – possiede circa 16 teatri e solo tre o quattro programmano una stagione. Proponiamo di partire dall’idea che anche gli altri teatri sconosciuti ai più comincino ad avere vita pulsante vera e propria, chiedendo l’attenzione del governo centrale e il coinvolgimento della classe imprenditoriale. Pensiamo a un ritorno della “dolce vita” palermitana, con una stagione estiva di 3 mesi tra Teatro di Verdura, Palazzina Cinese, Villa Filippina, gli atri dei palazzi e Castello Utveggio».

«Pensiamo – prosegue Rosso – a festival della filosofia e della letteratura, a rassegne teatrali e jazz e a tutte le occasioni di attrazione non solo turistica ma culturale che può offrire questa nomina. Per far sì che Palermo, in quanto centro del Mediterraneo, diventi luogo dell’attrazione, della convivenza e dell’incontro di tutti i popoli e di tutte le culture, al pari delle migliori città europee».

Sull’entusiasmo del sindaco Orlando, il sindacato aggiunge: «Da tempo la nostra categoria porta avanti con insistenza una discussione sull’importanza della produzione culturale, dei siti d’interesse del centro storico e delle tante espressioni d’arte della città. Bisogna da oggi in poi attivare una concertazione e una collaborazione fondamentale per far partire la macchina organizzativa. Bisogna non perdere l’occasione per fare in modo che Palermo, non solo per l’anno della nomina, ma in maniera permanente, anche grazie al percorso Unesco, diventi protagonista in Europa in modo strutturale per la sua produzione culturale».

 

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